Ma i ricercatori dell’Università di Harvard stanno testando uno speciale asfalto antighiaccio che, secondo gli stessi studiosi, sarebbe efficace addirittura fino ai -30 gradi centigradi.
Chi ha suggerito l’idea? Gli occhi delle mosche! L’idea è infatti quella di rivestire, grazie all’uso delle nanotecnologie, il manto stradale proprio come gli occhi dell’insetto utilizzando in questo caso una serie infinita di “pupille” in setola di silicio.
Un’idea che dalla stessa Harvard University hanno confermato essere già in fase sperimentale anche se sul “dove” si stiano realizzando i primi test regna il più totale silenzio. Altra argomentazione su cui ancora nulla si sa sono i costi al chilometro di questo nuovo manto stradale che dovrebbero essere almeno nove volte maggiori di quello tradizionale.
Una grande idea quindi, anche se qualcosa del genere (senza nanotecnologie) è stata sperimentata anche in Italia qualche anno fa nella gelida Provincia di Bolzano, sebbene in quel caso si trattasse dei componenti chimici con cui era composto l’asfalto a impedire il ghiacciarsi della strada.
Oltre alle due soluzioni suddette c’è chi ha proposto una soluzione più ‘ecologica’ come quella di ricoprire la superficie stradale con una sostanza a base di fiori di loto, anch’essa, però, soluzione alquanto costosa e non abbordabile per chi gestisce le strade nostrane, dove il rimedio più economico e celere resta quello del sale.
l.c.
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