Family feeling. La mascherina, la linea di cintura ben marcata e la forma della fanaleria posteriore riprendono i tratti tipici della Casa, mentre la terza luce laterale non ha mai avuto linee così tese. Lunga 4,63 metri, offre grande confort a bordo, merito dei sedili con ampia possibilità di regolazione (peccato che la manopola sia piccola e difficile da raggiungere), mentre i passeggeri posteriori hanno qualche centimetro in più d’aria sopra la testa e un’accessibilità migliore rispetto alla berlina. Tutti i comandi sono a portata di mano e le finiture sono ottime. Il desiderio di lasciare molte zone della plancia completamente sgombre, però, ha costretto a “compattare” molti tasti nella zona centrale della console e serve un minimo di abitudine per non sbagliare. Con i suoi 412 litri, il bagagliaio vanta eccellenti qualità: una forma estremamente regolare, una soglia d’ingresso priva di fastidiosi gradini e una finitura in linea col resto dell’auto.
Prestazioni. Il 5 cilindri di 2.4 litri non è un motore nuovissimo, ma in questa versione da 205 CV fa ancora una gran bella figura. Questione non solo di pura potenza, ma anche di prontezza e disponibilità nel reagire alle richieste dell’acceleratore. Sulla D5, infatti, i turbocompressori sono due, uno piccolo per i bassi regimi e uno più grande che entra in azione nella zona alta del contagiri, e lo “0-100” fa fermare la lancetta sui 7,95 secondi. La buona profilatura aerodinamica, inoltre, riesce a contenere le richieste di carburante alle andature costanti. La media finale delle nostre prove (12 km/litro) non fa gridare al miracolo, ma è sufficiente per non far sembrare piccolo il serbatoio da 67 litri. Nel complesso la V60 resta un’auto facile e gradevole da guidare in tutte le situazioni. Le buone doti dello sterzo rendono piacevole la guida anche quando si alza il ritmo su strade ricche di curve, dove emergono invece i limiti del cambio automatico. Il sei marce è lento ad assecondare le richieste del pilota e anche in modalità manuale la situazione non migliora granché.
Confort a bassa velocità.Lla V60 non è così comoda come imporrebbe la tradizione della Casa. Al minimo e ai bassi regimi il 5 cilindri si lascia sfuggire qualche vibrazione di troppo e diventa rumoroso quando s’affonda il piede sull’acceleratore. In più, fatica un po’ a digerire le asperità brevi e secche, come buche, rotaie o tombini. Sotto il profilo della comodità, la situazione cambia profondamente quando ci si mette in autostrada. A quel punto, la V60 si trasforma: il motore gira sommesso e l’auto diventa molto riposante. Così, sprofondati nei bei sedili, si ritrova tutta la comodità Volvo.
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