Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano Le Figaro, gli stessi servizi segreti di Parigi sono coinvolti nelle indagini, in quanto la vicenda ha sollevato una seria preoccupazione oltralpe. Come affermato ufficialmente da Renault, nell’obiettivo di chi ha ordito la manovra c’erano “importanti asset tecnologici, strategici e di natura intellettuale”.
A dare la misura di un intrigo che va ben oltre il settore dell’auto, è intervenuto lo stesso Ministro dell’Industria francese, Eric Besson, secondo cui il paese è obiettivo di una vera e propria “guerra economica”. “La questione è seria e può essere un rischio per tutta l’industria francese”, ha osservato Besson. Renault, per il 15% nelle mani dello Stato, ha investito insieme a Nissan circa 4 miliardi di euro nelle auto elettriche.
I tre funzionari incriminati potrebbero aver venduto brevetti non ancora depositati a uno o più intermediari specializzati nell’intelligence economica. Il destinatario potrebbe essere cinese. La prova di un eventuale coinvolgimento da parte di un costruttore cinese non stupirebbe: la Cina, cui e’ stato chiesto di aprire un’inchiesta, ha lanciato di recente un ambizioso programma di sviluppo delle elettriche su cui il Paese prevede di investire circa 15 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni.
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