Non è una frase fatta, ma Sebastian è lo stesso di sempre, lo stesso della Toro Rosso, lo stesso che ride e scherza, come non fosse il campione del mondo di Formula 1. “Una cosa enorme – dice – soprattutto se ricordo come la vedevo da piccolino!”. Quando cioè il suo eroe era Michael Schumacher, esattaamente come ora – confessa – anche se a Schumacher e ai suoi sette titoli un po’ si è avvicinato. Ma i piloti fanno la pipì in macchina, gli chiedono: “Bè, capita sì, ma a me per fortuna non ancora“. E quanto tempo prima della gara mangi? “Non ho grossi problemi di digestione, ma almeno due ore prima. Ricordo – aggiunge – quella volta che dovevo fare test di accelerazione-frenata: bè mi sparai un pranzo completo seguito da due tiramisù: da allora ho cambiato gusti in fatto di dolci..!”.
Eccolo Vettel, un 23enne rustico e disponibile anche dopo Abu Dhabi. “Amuleti? Certo: un maialino in tasca e il santino di San Cristoforo sempre dentro la scarpa”. Ricco sarai ricco ormai, ma anche generoso? “Quanto vuoi?” è la risposta.
Poi c’è il legame con l’Italia e la scritta Monza sul sottocasco di Abu Dhabi: “Un nome che per me rispecchia l’amore per la Formula 1, non solo il luogo della mia prima vittoria” (nel 2008 con la Toro Rosso). Poi confessa che i problemi con Webber ci sono stati eccome dopo il fattaccio turco, ma ora è tutto risolto grazie a una lunga chiacchiera a stagione finita. E con le donne il successo è cresciuto? La fidanzata è la stessa: non avrebbe questa faccia da bravo ragazzo.
Fonte: Tgcom
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