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Auto elettriche: Enel prevede poche immatricolazioni, nel 2020 vendite del 5%

AUTO ELETTRICHE – “Nel 2020 i veicoli elettrici potranno costituire il 5% delle immatricolazioni in una forchetta che potrebbe essere anche maggiore se vi sarà collaborazione tra istituzioni, aziende e cittadini”. Questa la dichiarazione di Andrea Zara, mica uno qualunque: è il responsabile progetti pilota mobilità elettrica di Enel, nell’ambito del seminario ‘efficienza energetica’, organizzato da Confindustria Toscana e Confindustria Firenze.

Un clamoroso autogol, fatto nell’intento di spiegare invece il contrario, che l’auto elettrica sarà presto realtà. Si sa, gli autogol si fanno sempre con le migliori intenzioni, ma non è questo il punto: fino ad oggi le case automobilstiche ci hanno dipinto la mobilità elettrica come la scelta del futuro e quella su cui puntare. Invece arriva proprio dall’Enel la conferma che – con l’aiuto di istituzioni, aziende e cittadini, cioé enti pubblici e privati che non hanno più un euro da investire in nulla – si arriverà, fra 10 anni, al 5% delle vendite. Che incidenza può avere sulla nostra mobilità il 5% del venduto (non del circolante, occhio) è facile capirlo: praticamente nessuna. Allora di cosa parliamo?

Lo stesso Zara poi prende le distanze dal concetto più radicale: “Enel – ha aggiunto – crede che la mobilità elettrica da sola non sarà la soluzione a tutti i problemi del traffico, ma essa rappresenta senza dubbio una parte importante della risposta. Nel contesto del progetto E-mobility Italy, che Enel e Smart promuovono a Milano, Roma e Pisa, stiamo sperimentando positivamente l’utilizzo dell’auto elettrica: a Pisa abbiamo già 36 colonnine di ricarica nelle vie della città ed una decina di Smart circolanti. Presto saranno consegnate tutte e 25 le Smart per capire abitudini, bisogni e possibilità di sviluppo su larga scala della mobilità elettrica a partire dal 2012″.

Insomma, se della mobilità elettrica attualmente non si conoscono neanche “abitudini, bisogni e possibilità di sviluppo”, difficile contestare il fatto che stiamo parlando praticamente del nulla…

Repubblica.it

davide

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