Zak Brown, amministratore delegato della McLaren Racing (Getty Images)
La McLaren era una delle scuderie che avrebbe voluto una stagione morbida, non impattante, in un quadro economico generale che per alcuni Team è addirittura drammatico.
L’ideale secondo Zak Brown, amministratore delegato della McLaren Racing, sarebbe stato partire. Consentire alle scuderie di muoversi e di incassare qualcosa ma con estrema attenzione al contenimento dei costi. L’attuale configurazione del mondiale, si parla di 15-18 gare, non piace alla scuderia inglese. Sarebbe uno sforzo eccessivo.
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Zak Brown aveva detto chiaramente che un calendario troppo fitto sarebbe stato un rischio forse definitivo per alcune scuderie. Ma le cose stanno così: “Ripartiamo e anche se la situazione generale è molto difficile, dal punto di vista organizzativo e logistico questo è comunque un bene – dice Brown – ma non illudiamoci che le cose siano tornate alla normalità”.
Il calendario, che potrebbe allungarsi fino a diciotto gare, per lui è eccessivo: “È vero che per il momento le gare in programma sono solo otto ma sappiamo che altre se ne aggiungeranno nelle prossime settimane. Al momento non ci sono garanzie ed è sbagliato pensare che siccome andiamo in pista tutto sia di nuovo normale. Dovremo essere tutti molto attenti e scrupolosi, seguire le procedure in ogni paese. Correre è la cosa più importante ma non possiamo dimenticarci che questa rimane una grave emergenza internazionale”.
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Parlando al podcast di F1 Nation, Zak Brown, parla di obiettivi di breve periodo: “Credo sarebbe importantissimo riuscire a concentrarci su un programma di due tre mesi e a quel punto fare un bilancio, economico e pratico. Capire se l’emergenza COVID è davvero scongiurata e vedere in che condizioni sono le casse delle scuderie, qual è stato l’apporto delle reti e degli sponsor. Dovremo tenere la testa china, lavorare e fare attenzione. Questo è un momento in cui sottovalutare i rischi potrebbe mandarci tutti gambe all’aria. Credo che sia stato fatto un lavoro importante negli ultimi tre mesi. Ma se i risultati di questo lavoro sono stati sufficienti lo sapremo solo dopo l’estate”.
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