Lewis Hamilton (Getty Images)
Non ce n’è per nessuno e anche il GP d’Ungheria dimostra una incredibile superiorità di Lewis Hamilton.
Il campione del mondo non si accontenta di conquistare la sua novantesima pole ma brucia uno dopo l’altro i suoi stessi record della pista facendo da traino anche a Valtteri Bottas che in qualche modo sembra essere l’unico, pur da lontano, a reggere il suo ritmo.
Lewis Hamilton cannibalizza pista e cronometro. Si diverte e lo fa senza sforzi: piazza un primo record della pista in Q2 andando a migliorare ancora di più in Q3 quando ferma il cronometro sull’1.13.613 relegando a tre decimi il compagno di squadra Bottas e a oltre un secondo Lance Stroll. Una gara a parte quella dell’inglese. Senza rivali. Con la Ferrari appena più competitiva rispetto a quanto si è visto in Austria ma sempre abbondantemente in affanno rispetto non solo rispetto alla Red Bull di Verstappen, che dopo qualche pasticcio in Q1 si migliora di continuo, ma soprattutto con Racing Point e McLaren. Alla fine la terza fila dietro a Mercedes e Racing Point significa salvare il salvabile, nemmeno male se si ripensa al patatrac di Stiria.
Se la Mercedes fa una gara per conto proprio, le Racing Point sono infatti appena un livello al di sotto: Stroll e Perez, terzo e quarto, inanellano uno dopo l’altro alcuni giri davvero impressionanti. Il resto è ordinaria amministrazione dalla quale non riescono a staccarsi la Red Bull di un Verstappen appannato, settimo, e la McLaren.
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Il primo giro di qualifiche si era chiuso con poche sorprese: si salva a sorpresa Latifi che accede alla Q2 mentre continuano a faticare le Haas e le Alfa Romeo entrambe eliminate e con Giovinazzi e Raikkonen agli ultimi due posti in griglia. E mentre George Russell continua a confermare con la Williams qualità di guida e di sinergia con la macchina (12esimo tempo assoluto) la grande delusione arriva da Alexander Albon che dopo la buona prova in Stiria scivola al tredicesimo posto assoluto alle spalle di Riccardo. Il thailandese, molto lamentoso per la verità tra motore e posizionamento in pista, tira in ballo il traffico ma forse paga anche il momento di discussione all’interno della scuderia dove Masteschitz vorrebbe riportare Sebastian Vettel.
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