MotorSport

GP Silverstone, Vettel amaro: “Che fatica, macchina difficile da guidare”

Sebastian Vettel non è riuscito ad andare oltre il decimo posto, ma quanto è riuscito a fare a Silverstone non lo ha soddisfatto: non è mai riuscito a guidare al massimo la monoposto.

Sebastian Vettel, alla sua ultima stagione con la Ferrari (Foto: Getty Images)

Sin da prima di questo weekend Silverstone non era considerata una pista particolarmente congeniale per le caratteristiche di questa Ferrari, ancora estremamente in difficoltà rispetto alla Mercedes e non solo. Proprio per questo il terzo posto ottenuto da Charles Leclerc non può che essere considerato un risultato positivo, mentre Sebastian Vettel non è riuscito ad andare oltre il decimo posto, grazie al quale è riuscito a incamerare punti in classifica.

Non riuscire a dare il meglio con questa monoposto non può che lasciare amareggiato uno come Seb, che sta bene cosa significhi essere competivi ad alti livelli. Abituarsi a un ruolo di secondo piano non può che essere frustrante, soprattutto perché si trova a dover guidare una macchina non all’altezza. E al termine della gara non può nascondere questa sensazione. “Risultato scarso, inutile negarlo – ha detto ai microfoni di Sky Sport -. Guidare questa macchina è decisamente difficile, se questo accade è il segno emblematico che non tutto vada per il meglio. E’ evidente come chi si trovasse davanti a me fosse decisamente più veloce”.

Sebastian Vettel (Getty Images)

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Il dispiacere di Vettel per una macchina non all’altezza

Questa stagione è già di per sè inusuale per Seb, che sa bene di dover concludere tra qualche mese la sua esperienza al volante della “Rossa”, ma non ancora certo del suo programma per il futuro. Nonostante questo, il numero cinque avrebbe voluto chiudere al meglio, pur non avendo la possibilità di lottare per il titolo e lasciare quindi un bel ricordo di sè a Maranello.

Tutto questo però non sta accadendo: “Non sono mai riuscito ad attaccare in maniera decisa chi si trovava davanti a me in nessun frangente della gara. Ma non è una stata una mia scelta, era la macchina che non mi dava la possibilità di farlo. Non credo però che il problema sia da addebitare all’assetto, tutte le macchine sono realizzate in modo piuttosto simile. Io stesso credo di avere guidato al meglio che potessi fare, ma in ogni giro siamo andati incontro a un calo nella prestazione”.

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Ilaria Macchi

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