Formula 1

Vettel canta Azzurro dopo il GP Abu Dhabi: Seb svela il motivo

Sebastian Vettel racconta la decisione di cantare una versione rivisitata della canzone Azzurro dopo l’ultima gara con la Ferrari a Yas Marina.

Sebastian Vettel (Getty Images)

Dopo sei anni è terminata l’esperienza di Sebastian Vettel in Ferrari. Fallito l’obiettivo di vincere il titolo mondiale di Formula 1, però non sono mancati i momenti di gioia.

Quattordici le gare vinte dal pilota tedesco, che nel 2020 ha ottenuto un solo podio e non ha concluso l’avventura ferrarista come sperava. Quest’anno è stato un vero calvario per il quattro volte campione del mondo, che da quando corre da driver titolare in F1 non aveva mai conquistato meno punti (33) che nell’ultimo campionato.

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Vettel commenta l’addio alla Ferrari

Sebastian Vettel (Getty Images)

Vettel durante il giro d’onore dell’ultima gara in Ferrari ad Abu Dhabi ha cantato nell’abitacolo una versione rivisitata della canzone “Azzurro” di Adriano Celentano. Una maniera anche divertente per concludere un’esperienza durata sei anni. Già altre volte Seb in passato aveva cantato dopo alcuni GP.

Il pilota tedesco ad Autosport ha spiegato perché ha scelto di cantare dopo il gran premio di Yas Marina: «Ovviamente ho avuto molti alti con tutta la squadra, ogni volta ero davvero emozionato, per qualche motivo ho iniziato cantare. Quindi penso che sia stato un bel modo, per un’ultima volta, di cantare di nuovo. E ovviamente ho scelto una canzone italiana molto popolare come Azzurro».

Vettel ha scherzato sull’aver optato di cantare sulle note del celebre successo di Celentano: «Ho cambiato i testi, quindi spero di non avere problemi con il copyright. Ma sì, penso che sia stato un buon modo per esprimere la gratitudine per la squadra».

Dopo la corsa, il futuro driver dell’Aston Martin ha ricevuto un trofeo dalla Ferrari come riconoscimento per le sei stagioni assieme: «Sono rimasto sorpreso anch’io. Ovviamente non ho mai finito in P14 – spiega Seb – e ho poi preso un trofeo. Quindi è sicuramente un bel bel ricordo».

Matteo Bellan

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