Un'immagine della Madonnina di Milano attraverso lo smog (Getty Images)
Nonostante la pandemia e una sostanziale riduzione del traffico, i valori dello smog nel nostro paese restano estremamente preoccupanti
Un’immagine della Madonnina di Milano attraverso lo smog (Getty Images)
Si pensava che il regime di lockdown dovuto alla pandemia di Covid avrebbe se non altro ripulito il cielo delle nostre città e contribuito ad allentare la morsa dello smog. Ma così non è stato.
Stando ai dati ufficiali pubblicati da Legambiente, nel corso del 2020 sono stati ben trentacinque i capoluoghi di provincia che hanno ampiamente superato i limiti delle polveri sottili. Il caso più clamoroso è quello di Torino con 98 giorni di sforamento dei limiti quotidiani. Le norme europee prevedono un tetto di 40 microgrammi per metro cubo. Torino ha superato questo limite per ben 35 giorni all’anno. Al secondo posto Venezia (88 microgrammi ) e Padova (84).
Peggiora anche la situazione al sud con Avellino (78 microgrammi ) e Frosinone (77). Ma in generale è in tutto il sud che la situazione è notevolmente peggiorata.
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La sintesi della situazione è affidata al rapporto annuale “Mal’aria” redatto da Legambiente che sottolinea che tuttavia i casi più preoccupanti sono quelli di Roma e Milano.
In entrambe le città è stato superato quello che sarà il nuovo valore medio annuale suggerito dall’Oms per il biossido di azoto (NO2), ossia 20 microgrammi per metro cubo (μg/mc).
In particolare, a Roma lo scorso anno il valore medio annuo di NO2 è stato di 34 μg/m3, mentre a Milano di 39 μg/m3. Un valore questo che è direttamente collegato al traffico e alla combustione da idrocarburi: “Sono le auto la fonte principale di inquinamento in città e le emissioni fuorilegge delle vetture diesel continuano a causare un aumento della mortalità” scrive Legambiente nel suo rapporto.
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A Milano il traffico non diminuisce nonostante il lockdown (Getty Images)
A Milano, in particolare sono proprio i veicoli diesel Euro4 ed Euro5 a provocare la maggior parte dell’inquinamento da NO2: circa il 30% nel corso del 2018, un dato in sostanziale incremento anche nel 2019 e nel 2020. Da un paio d’anni a Milano si discute della possibilità di escludere dall’accesso alle zone Eco, quelle che delimitano i perimetri più interni della città, le auto diesel.
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