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Vettel, Webber preoccupato: tutte le perplessità dell’ex compagno

Mark Webber analizza la prima uscita stagionale di Vettel con l’Aston Martin: la preoccupazione dell’ex compagno di scuderia

Sebastian Vettel (Getty Images)

Sebastian Vettel pensava ad un debutto migliore con la Aston Martin. Alla fine è arrivato soltanto un quindicesimo posto, condito da tamponamento e penalità. Una partenza deludente, dove il pilota tedesco è apparso quello deludente dello scorso anno. Una prestazione che fa scattare l’allarme, lanciato dal suo ex compagno di scuderia alla Red Bull Mark Webber.

Intervenuto al podcast ‘On the Marbles’, l’australiano ha voluto dire la sua su Vettel, facendo capire che non ci saranno molte altre occasioni per lui per dimostrare il suo talento. Il quattro volte campione del Mondo ha bisogno di un cambio di passo, ma la macchina non sembra essere pronta per competere per il vertice e questo – secondo Webber – potrebbe condizionare le prestazioni del pilota fino a fargli perdere motivazioni.

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Vettel, Webber: “Quante frecce ha ancora al suo arco?”

Sebastian Vettel (Getty Images)

Il presente e futuro del pilota tedesco alimenta le discussioni degli ex della Formula 1. Dopo il consiglio di Damon Hill a Vettel, arriva la preoccupazione di Mark Webber per l’ex Ferrari. “Devo ammettere di essere un po’ preoccupato. Quante frecce ha ancora al suo arco?

Qualcosa di buono c’è, come il cambio di scuderia, ma il problema è rappresentato dal tempo necessario affinché la Aston Martin sia competitiva. “Non ho  dubbi che l’ambiente gli piacerà, come gli piacerà non essere a Maranello. Gli è sempre piaciuta l’atmosfera inglese, lo so con certezza“, spiega l’ex pilota Red Bull.

Il problema è che questo non significa certezza delle prestazioni: “Si divertirà di più, ma non so cosa dirà il cronometro e il cronometro è tutto in Formula 1“. Il problema è che la scuderia “non è ancora vincente e non può garantirgli e prestazioni di cui ha bisogno“. L’Aston Martin e Vettel hanno intrapreso un percorso: “Lui lo capisce ma questo può influenzare le sue motivazioni“.

Bruno De Santis

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