Un'immagine di Istanbul Park, sede del GP di Turchia di F1 (Getty Images)
La decisione del governo di Londra di mettere in zona rossa la Turchia è un motivo di grandissima preoccupazione per i manager della Formula 1
La notizia è stata ufficializzata ieri mattina e confermata ieri sera. Il Regno Unito metterà la Turchia in zona rossa per un mese a partire dal 12 maggio. Il tutto a ridosso del Gran Premio di Istanbul, inserito in calendario il 13 giugno in sostituzione di quello del Canada, annullato.
La decisione del governo di Londra segue quelle che sono state le ultime decisioni dell’amministrazione del paese e del servizio sanitario nazionale britannico. In Turchia la curva della pandemia non si è abbassata: e considerato il frequente flusso di viaggiatori tra Londra, Istanbul e Ankara Boris Johnson, primo ministro britannico, ha chiesto di valutare una misura restrittiva. Puntualmente adottata.
Dunque i viaggiatori di ritorno nel Regno Unito dalla Turchia, dovranno sottoporsi a una quarantena di 10 giorni nelle cosiddette ‘safe house’, alberghi o residence dedicati a ospitare chi arriva da zone a rischio.
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Il provvedimento però rappresenta un bel problema per le scuderie britanniche, ben sette, che dovranno preparare un gran premio in circostanze d’emergenza eccezionali. La Formula 1 avrebbe chiesto una deroga per lo staff delle scuderie ma il governo di Downing Street ha già chiarito che non ci saranno eccezioni. Così come per i giornalisti accreditati che dal Regno Unito dovessero recarsi a Istanbul. Una situazione simile a quella che si era rischiata con il GP del Portogallo che poche settimane prima della gara era in lista rossa.
Liberty Media e le scuderie stanno studiando un piano logistico per risolvere questa criticità: che riguarda anche la finale di Champions League, ospitata proprio da Istanbul e che vede in lizza due squadre inglesi, Manchester City e Chelsea. La Football Association ha chiesto alla Uefa di trasferire a Londra la finalissima che dovrebbe prevedire l’arrivo in Turchia di non meno di 10mila persone tra squadre, addetti ai lavori e tifosi: 10mila persone che poi dovrebbero finire tutte in quarantena.
Tra le soluzioni che Liberty Media e Formula 1, considerando anche tutte le difficoltà logistiche per l’imbarco e il trasferimento di uomini e mezzi, c’è anche la possibilità di un nuovo adeguamento di calendario.
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