Foto di Andreas Lischka da Pixabay
In Francia è stato introdotto un nuovo provvedimento che regolamenta la pubblicità sulle auto a benzina e gasolio.
La strada che porterà allo stop alla produzione delle auto a benzina e Diesel sembra essere ormai tracciata e promossa anche dall’Unione Europea. In Francia, consapevoli di come sia importante promuovere tra la popolazione vetture con basse emissioni e costumi ridotti, si è deciso di fare un ulteriore passo avanti. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ANSA, viene adottato in maniera definitiva il disegno di legge ‘Climate & Resilience”, che porterà allo stop alla pubblicità per i combustibili fossili, cioè benzina, gasolio e altri derivati di origine estrattiva come il metano.
La misura entrerà in vigore a partire dalla seconda metà del prossimo anno. Questa rappresenterà comunque solo un primo passo nel percorso di sensibilizzazione dei cittadini che il governo transalpino vuole portare avanti. A partire dal 2028, infatti, sarà introdotto anche il divieto di promuovere attraverso i canali pubblicitari i veicoli più inquinanti.
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In merito alla cessazione della produzione dei veicoli più inquinanti non è stata ancora presa una decisione definitiva a livello continentale, ma appare probabile che questo possa avvenire entro il 2030. Proprio per questo diventa importante non farsi trovare impreparati e muoversi in via preventiva. Se non ci saranno ulteriori modifiche, lo stop coinvolgerà i veicoli omologati, secondo gli standard WLTP, con emissioni di CO2 superiori a 123 g/km.
La legge punta inoltre a garantire il massimo della trasparenza ai cittadini. Nel provvedimento, infatti, viene stabilito l’obbligo di indicare l’impatto climatico dei prodotti negli annunci pubblicitari. Tra i settori coinvolti ci sono proprio quello automobilistico e quello degli elettrodomestici, in modo tale da rendere i consumatori più consapevoli del tipo di prodotto che scelgono in fase di acquisto.
La decisione presa dal governo transalpino ha generato scetticismo da parte di alcuni addetti ai lavori. C’è il timore, infatti, che questo possa provocare conseguenze non da poco negli investimenti e nelle sponsorizzazioni in settori strategicamente così rilevanti.
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