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David Schumacher, il cognome può pesare: “Maledizione e benedizione”

David Schumacher spiega come vive il fatto di avere un cognome pesante come quello di zio Michael e del padre Ralf, ex piloti di Formula 1.

David Schumacher (Getty Images)

Tra non molto potrebbe succedere di rivedere due Schumacher in Formula 1. Molti appassionati ricorderanno quando in pista c’erano i fratelli Michael e Ralf a battagliare. Potremmo rivedere uno scenario simile in futuro.

Infatti, entrambi hanno dei figli che sono piloti. Mick è già approdato in F1 nel 2021, dopo aver vinto il titolo in Formula 2. Un debutto non facile al volante della Haas, la monoposto meno competitiva della griglia. Invece David corre in Formula 3 e sogna di raggiungere il cugino.

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David Schumacher e il peso del cognome

David Schumacher (Getty Images)

David Schumacher, figlio di Ralf, in un’intervista a Speedweek ha parlato delle conseguenze del fatto di avere un cognome pesante come il suo: «Non è affatto fastidioso. Dato che corro in Formula 3, quasi nessuno mi riconosce e posso vivere tranquillamente. Non so come sarebbe se non mi chiamassi Schumacher. Sono cresciuto così e ci sono abituato. Maledizione o benedizione? Penso entrambi».

Al momento la pressione di avere un cognome come il suo non è tanta, ma già con il passaggio in Formula 2 le cose potrebbero cambiare. E l’arrivo in Formula 1 comporterebbe ulteriori aspettative. Anche se per Mick il confronto con Michael è sicuramente più pesante, pure David ha avuto un padre che è stato un ottimo pilota in F1 e pertanto delle attese ci sarebbero nei suoi riguardi.

Il figlio di Ralf ovviamente sogna di arrivare a correre contro Mick: «Spero di potercela fare. Abbiamo fatto una stagione insieme nei kart, era il mio anno da rookie nella categoria junior. In una gara bagnata ero più veloce di lui, l’ho superato all’ultimo giro e alla curva successiva mi ha tamponato perché voleva starmi davvero davanti. In famiglia guidi può forte quando sei l’uno contro l’altro. Ora devo mettermi alla prova. In F3 le cose vanno meglio da Spielberg. Alla fine tocca a me, ma anche alla Formula 1 e ai team».

Matteo Bellan

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