Auto in esposiziome (Foto: Getty Images)
Ottobre 2021 è stato uno dei mesi più negativi per il Mercato Auto in Europa, legato anche alla crisi dei chip, che provoca ritardi nelle consegne.
Il mercato auto continua a essere in difficoltà, nonostante gli incentivi che sono stati introdotti anche in Italia per dare respiro a un settore che ha sofferto terribilmente a causa delle restrizioni introdotte a causa della pandemia. Sono diverse, infatti, le famiglie che hanno registrato una forte crisi sul piano economico e che hanno così rimandato l’idea di acquistare una vettura, nonostante fosse in programma ormai da tempo.
Il mese di ottobre, in modo particolare, è stato uno dei più difficili di questo anno che stiamo per metterci alle spalle in tutto il Vecchio Continente. A inizio 2021, infatti, si erano registrati segnali di risveglio, ma la situazione è peggiorata in maniera graduale e costante, complici anche le difficoltà che si stanno registrando nelle consegne a causa della carenza di chip.
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La crisi che coinvolge il mercato auto non accenna a diminuire, ma anzi sta facendo registrare un trend preoccupante soprattutto dalla fine dell’estate. Qualche leggero segnale di ripresa nel quadro post pandemia si era effettivamente registrato, ma i blocchi nella produzione che coinvolgono praticamente tutte le case automobilistiche contribuiscono a rendere ancora complessa la situazione generale.
A ottobre 2021 nei 27 Paesi membri dell’Unione Europea sono state 665.001 le vetture immatricolate, pari al 30,3% in meno rispetto ad un anno fa quando erano state 953.603. Prendendo invece in considerazione tutto il 2021, il saldo risulta ancora positivo ma di poco: 8.191.709 immatricolazioni, il 2,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Inevitabilmente, però. la situazione di un anno fa era condizionata dai vari lockdown che erano stati introdotti.
Ma sono soprattutto i Psesi che solitamente trainano le vendite a mettere in allarme il settore. Qui, infatti, i cali sono addirittura a due cifre: Italia -35.7%, Germania -34.9%, Francia -30.7% e Spagna -20.5%.
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