Mercato auto (foto Ansa)
Le vendite auto sono la ribasso in Europa e soprattutto in Italia. I numeri del mese di aprile che attestano la crisi.
Il mercato dell’auto in Europa continua a vivere un momento molto difficile. Le vendite non decollano e forse neppure gli incentivi statali saranno di grande aiuto. Nel mese di aprile, secondo quanto riferisce l’Acea, l’associazione dei costruttori europei, sono 830.447 le vetture vendute in UE, Regno Unito e Paesi Efta, con un ribasso del 20,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, circa il 40% in meno rispetto al medesimo periodo del 2020.
In base alle rivelazioni si tratta del decimo meno consecutivo per il settore automotive che inizia a vivere un periodo di profonda crisi, dettato anche dalla crisi post pandemia e dagli scenari bellici che stanno sconvolgendo il Vecchio Continente ormai da troppo tempo. I dati nazionali la dicono lunga sulla flessione delle immatricolazioni: in Italia si registra un calo del 33%, in Francia del 22,6%, in Germania del 21,5%, in Gran Bretagna del 15,8% e in Spagna del 12,1%.
E’ proprio nel Bel Paese che si attestano i cali più consistenti, anche a causa della lunga attesa degli incentivi statali e sigla il peggiore risultato del continente dopo la Lituania nel mese di aprile. Il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti prova a correre ai ripari confermando un nuovo dpcm con aiuti a sostegno dell’offerta per sostenere le imprese automobilistiche. Il Mise ha assicurato 700 milioni per il 2022 e di 1 miliardo per i prossimi anni.
I dati non sono certo rassicuranti se si prendono in considerazione i primi quattro mesi dell’anno: 3.583.587 le immatricolazioni in Europa, con un ribasso del 13% rispetto allo stesso periodo del 2021 e del 34,7% rispetto al 2019. Da inizio anno i due marchi principali, Volkswagen e Stellantis, perdono rispettivamente il 18,1% e il 24,1% da inizio anno, con un risultato peggiore nel mese di aprile (-28 e -31%).
Diverse le cause di questo crollo nelle vendite: la pandemia, l’inflazione al rialzo, la crisi dei microchip, la guerra in Ucraina (con relativo impatto per l’Occidente delle sanzioni alla Russia), la guerra sulle forniture alle case automobilistiche, il rincaro dell’energia ed in particolare di benzina e gasolio. Il decreto sugli incentivi è sicuramente una buona notizia, ma non basta per rilanciare questo settore di mercato. Massima attenzione è concentrata sulle vetture a basse o zero emissioni di CO2. In Italia la diffusione di veicoli elettrici è ancora molto lenta e ferma all’8,7%, rispetto al 24,3% della Germania e al 21,1% della Francia.
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