Moto GP

Marquez, il retroscena di Agostini: “Un giorno gliel’ho detto”

Agostini ha commentato la situazione di Marquez, ora fermo per una nuova operazione al braccio destro: fa un paragone con i suoi tempi.

Sono anni difficili per Marc Marquez, costretto a un nuovo stop per dei problemi all’omero destro fratturato nel 2020. Tre interventi furono eseguiti quell’anno e adesso ne è servito un quarto.

Marc Marquez (Ansa Foto)

Non sono certi i tempi di recupero per il pilota spagnolo, che comunque non può permettersi forzature e rischi. Già due anni fa non era stata una buona scelta quella di affrettare le tempistiche. È consapevole di dover rispettare le direttive dei dottori, senza cercare scorciatoie.

Ormai la corsa al titolo MotoGP 2022 è definitivamente compromessa, quindi il rider del team Repsol Honda deve prepararsi soprattutto per il prossimo campionato. L’operazione dovrebbe consentirgli di tornare a guidare al 100%, senza i limiti dei mesi scorsi. Chiaramente vuole dare il suo contributo allo sviluppo della nuova RC213V e per questo ci tiene a rientrare non troppo in là.

Agostini commenta la situazione di Marquez e della MotoGP

Giacomo Agostini (Ansa Foto)

Giacomo Agostini in un’intervista concessa al Corriere dello Sport ha avuto modo di parlare anche di Marquez: “Mi dispiace che ora sia fermo, purtroppo è caduto tante volte. Un giorno gli ho detto: a cadere come fai tu, ai miei tempi saresti morto cinque volte. Ma lui è così, dà sempre il 100% e spero che tornerà come prima. È il pilota che ti fa alzare dalla sedia”.

Agostini, recordman di titoli nel Motomondiale con quindi corone iridate conquistate, ha anche spiegato cosa non gli piace della MotoGP di oggi: “Con questa tecnologia basta un piccolo problema e un pilota passa dal successo in una gara al nono posto in quella seguente. Tanti vincitori differenti piacciono, ma noi vogliamo vedere il protagonista che fa cose che ad altri non riescono. Chi vince tanto attira il pubblico e lo fa innamorare. Al motociclismo serve il grande personaggio. Toglierei un po’ di potenza e di elettronica”.

Il leggendario Ago ha espresso concetti che già altri hanno evidenziato negli ultimi anni. La MotoGP è diventata troppo tecnologica e i prototipi hanno tanta potenza, forse troppa.

Matteo Bellan

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