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Una Ferrari vintage “restaurata”: la trasformazione è clamorosa, ha una potenza strabiliante

Una Ferrari d’epoca è stata “restaurata”: la trasformazione è davvero incredibile, la potenza è super

Il restomod è di fatto una sorta di operazione per ridare nuova vita a modelli del passato, a loro modo iconici, e mai dimenticati dagli appassionati. Se, poi, ad essere interessate da questa sorta di restauri, sono vetture quasi leggendarie, beh, il risultato non può che essere devastante.

Ferrari 288 GTO (automobilimaggiore.com)

E’ il caso della Ferrari 288 GTO, una delle supercar di Maranello più brutali e “cattive” mai realizzate. Prodotta dal 1984 al 1985 in appena 272 esemplari, la GTO aveva parafanghi allargati ma anche uno spoiler piazzato al posteriore davvero dalle grandi dimensioni.

I gruppi ottici, erano piazzati sotto la calandra, così come la mascherina. Il potente motore V8 era naturalmente piazzato al posteriore e le numerose feritoie presenti sul cofano – che ricordano un po’ quelle della F1-75 utilizzata nel Mondiale 2022 di Formula 1 – lo raffreddavano a dovere.

Sovralimentato da due turbocompressori IHI e due intercooler, fu la prima Ferrari ad avere l’iniezione elettronica. Una potenza, manco a dirlo, davvero impressionante; ben 400 i cavalli erogati dal propulsore che spingevano l’auto fino a 305 km/h. Numeri davvero impressionanti per questa Ferrari che è stata oggetto di attenzioni per questo restomod realizzato da Maggiore.

Ferrari 288 GTO: come cambia con il restomod Maggiore

Il telaio dell’auto è stato rinforzato e restaurato, con profonde modifiche alla scocca originale della vettura, resa più moderna. Una sorta di mix tra caratteristiche nuove e tratti squadrati derivanti della vettura originale, che regalano un tocco di vintage.

La carrozzeria è stata realizzata in fibra di carbonio, mentre le prese d’aria sono state ingrandite, al fine di far convogliare maggiore aria al propulsore, più potente dell’originale. I fari a scomparsa, invece, sono stati resi al passo con i tempi grazie all’installazione di una striscia di LED.

Componenti derivati dall’industria aerospaziale sono stati utilizzati per le sospensioni, mentre per quanto riguarda i freni, sono stati montati quelli Brembo. Ed il motore? Almeno all’apparenza, non è stato modificato; è sempre un 8 cilindri a V in grado di erogare 2.9 litri ma è stato decisamente “aggiornato”. Installati, infatti, turbocompressori più evoluti oltre a nuovi corpi farfallati singoli e carte secco, per una potenza che sfiora i 600 cavalli. Il cambio, invece, è uno manuale a 6 marce.

Giovanni Spinazzola

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