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Fermo amministrativo Auto, quando scatta e perché: ci sono più modi per evitarlo

Con il fermo amministrativo dell’auto o di un altro veicolo un ente o un’amministrazione può bloccare il bene appartenente al debitore. Quando scatta e cosa fare per evitarlo

Il fermo amministrativo è il temuto provvedimento che di solito sancisce “l’atto finale” della riscossione dei crediti da parte degli enti pubblici. E’ la conseguenza di mancati pagamenti di tasse, multe o tasse di proprietà.

Fermo amministrativo Auto, quando scatta e cosa fare per evitarlo (Ansa)

Solitamente è il passo successivo alle cartelle esattoriali. Se i debiti non vengono pagati (con le relative maggiorazioni) lo Stato “sequestra”, ma solo burocraticamente, il veicolo dell’intestatario dei mancati pagamenti. Detto anche “ganasce fiscali”, il fermo è solo amministrativo.

L’auto (ma anche qualsiasi altro veicolo, inclusi aerei e natanti) rimane nelle disponibilità del proprietario, ma non può circolare per nessun motivo. Nel caso scatta una multa salatissima, che va dai 2.000 euro circa fino agli 8.000. Un provvedimento pesante che va assolutamente evitato.

Non solo è vietato utilizzare l’automobile, ma è proibito anche venderla (in sostanza qualsiasi tipo di passaggio di proprietà) e pure di rottamarla. In sostanza è come se lo Stato acquisisse la proprietà del mezzo, che addirittura potrebbe mettere all’asta e venderlo per recuperare i crediti che gli spettano. Il provvedimento può essere emesso anche da altri enti, come le regioni o l’Inps.

Fermo amministrativo Auto, quando scatta e cosa fare per evitarlo

In sostanza il fermo è “un’arma” che l’ente pubblico ha per recuperare il credito che gli spetta. Quando scatta il provvedimento il veicolo non potrà essere utilizzato dal proprietario fin quando quest’ultimo non salderà i propri debiti.

L’iter solitamente prevede la classica cartella esattoriale, e a quel punto ci saranno due mesi di tempo per poter pagare, anche chiedendo di raiteizzare l’importo. Ovviamente vale sempre la richieste di sospensione o annullamento tramite il ricordo. Solitamente, per cifre sotto i mille euro c’è più tempo per cercare una conciliazione.

(Ansa)

Solitamente il termine parte da 120 giorni. In ogni caso, prima del fermo l’Agenzia delle Entrate informa che il provvedimento è pronto a essere eseguito. In questo caso il debitore ha un mese di tempo per mettersi in regola. Anche in questo caso il debitore ha 30 giorni di tempo per dimostrare che l’auto è necessaria alla sua attività lavorativa: questo è possibile soprattutto se si è titolari di partita iva. Altro impedimento al fermo è che l’auto sia cointestata a qualcuno che non sia sottoposto ad un altro fermo amministrativo.

Giovanni Scotto

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