Cronaca

A che età si dovrebbe smettere di guidare? Secondo due studi molti sono già "fuorilegge"

Esiste un limite di età per guidare la macchina? Secondo la scienza si, ecco come le autorità rispondono a tale idea. 

La guida rappresenta un’importante attività quotidiana per molte persone, simbolo di libertà e indipendenza. Tuttavia, per gli anziani, la decisione di continuare a guidare può diventare un dilemma complesso e talvolta doloroso. Recenti studi hanno aperto un dibattito fondamentale su quando e come gli anziani dovrebbero considerare di smettere di guidare. In particolare, uno studio condotto dalla Washington University School of Medicine ha evidenziato che, più che l’età anagrafica, è il deterioramento cognitivo a influenzare questa decisione.

A che età bisognerebbe smettere di guidare? – www.AutoMotoriNews.it

Uno studio pubblicato nella rivista Neurology ha coinvolto 283 partecipanti, con un’età media di 72 anni, tutti con l’abitudine di guidare almeno una volta a settimana. Nel corso di sei anni, è emerso che coloro che presentavano segni di deterioramento cognitivo erano più propensi a smettere di guidare rispetto a chi manteneva una normale funzione cognitiva. Secondo Ganesh M. Babulal, PhD, docente di neurologia presso l’università, la consapevolezza dei cambiamenti cognitivi è fondamentale. Infatti, “Molti automobilisti anziani sono consapevoli dei cambiamenti che si verificano con l’età, compreso il declino cognitivo soggettivo”.

Questa consapevolezza porta a considerare che la decisione di smettere di guidare non deve essere vista come un atto di resa, ma come una misura di sicurezza e responsabilità. Essere consapevoli dei propri limiti cognitivi consente di pianificare un passaggio graduale a modalità di trasporto alternative, mantenendo così un certo grado di indipendenza.

Strumenti di Valutazione Cognitiva

Per valutare il deterioramento cognitivo, i ricercatori hanno utilizzato due scale:

  1. Clinical Dementia Rating (CDR): si muove su una scala da zero (funzione cognitiva normale) a tre (demenza grave).
  2. Punteggio preclinico composito cognitivo dell’Alzheimer (PACC): progettato per identificare cambiamenti sottili nelle capacità cognitive di individui apparentemente in buona salute.

I risultati hanno mostrato che anche un lieve incremento del punteggio CDR a 0,5 aumentava di 3,5 volte la probabilità di smettere di guidare. Analogamente, punteggi più bassi nel PACC erano associati a una probabilità maggiore del 30% di abbandonare la guida. Questi dati suggeriscono che anche lievi variazioni nelle capacità cognitive possono avere un impatto significativo sulla decisione di continuare a guidare.

Un aspetto sorprendente emerso dallo studio è la differenza di genere nella decisione di smettere di guidare. Le donne avevano quattro volte più probabilità di abbandonare la guida rispetto agli uomini. Questo potrebbe derivare da una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e dalla predisposizione ad ammettere quando non si è più in grado di guidare in sicurezza. Gli uomini, al contrario, tendono a mantenere una percezione ottimistica delle loro abilità.

Questa differenza di approccio ha importanti implicazioni per le politiche di sicurezza stradale e i programmi di supporto per gli anziani. Le campagne di sensibilizzazione dovrebbero tenere conto di queste differenze e incoraggiare un dialogo aperto tra medici, pazienti e familiari. Da notare che la maggior parte delle persone che mostravano parametri preoccupanti avevano un target di età ben preciso: superavano i 65 anni, età dopo cui il rinnovo della patente è effettivamente accorciato a cinque anni tra uno e l’altro in Italia.

Impatto sulla Salute Mentale e Soluzioni Alternative

La decisione di non guidare più può avere ripercussioni significative sulla salute mentale e sull’indipendenza degli anziani. La rinuncia all’auto è spesso correlata a un aumento dei livelli di isolamento sociale e depressione. D’altra parte, continuare a guidare con capacità cognitive compromesse comporta rischi considerevoli, con una maggiore probabilità di incidenti gravi.

Niente da fare per gli anziani al volante – www.AutoMotoriNews.it

Pertanto, i ricercatori suggeriscono la creazione di un processo di transizione graduale. Monitorando i primi segnali di deterioramento cognitivo attraverso test di routine, si potrebbero implementare programmi di guida ad hoc. Questi programmi consentirebbero agli anziani di massimizzare la loro sicurezza alla guida, mentre si pianifica un passaggio graduale verso opzioni di trasporto alternative, mantenendo così un certo grado di indipendenza.

Promuovere un dialogo aperto riguardo le proprie capacità è fondamentale. È essenziale che i medici parlino di questi cambiamenti con i pazienti, affinché possano affrontare il problema prima che diventi critico. Questa consapevolezza precoce non solo preserva la sicurezza stradale, ma garantisce anche che gli anziani possano continuare a vivere in modo indipendente il più a lungo possibile.

L’argomento della guida per gli anziani è complesso e richiede un’attenzione particolare. Con l’aumento della popolazione anziana, è fondamentale sviluppare strategie efficaci per affrontare questa questione, garantendo sicurezza e indipendenza. La chiave è una comunicazione aperta e onesta tra gli anziani, i loro familiari e i professionisti della salute.

Manfredi Falcetta

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