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Alfa Romeo ci ha negato questo modello: avrebbe cambiato tutto, altroché Lancia Delta

Poteva essere l’auto che avrebbe consegnato il WRC alla casa del Biscione. E invece. Il più grande rimpianto di Alfa Romeo. 

Se c’è una casa che non ha tanti rimpianti nel campo del motorsport, questa non può che essere la storica Alfa Romeo, azienda leggendaria che ha corso in tantissimi campionati, dalla TOCA arrivando alla Formula Uno da cui è fuoriuscita solo qualche anno fa, dopo aver comunque corso ad alti livelli molto a lungo. Una cosa che poche aziende italiane come Ferrari possono vantare.

Alfa ha davvero “toppato” con lei -www.AutoMotoriNews.it

Il rimpianto più grande per gli ingegneri del Biscione, almeno per quelli che hanno lavorato duramente a questo modello, potrebbe però essere l’auto che avrebbe segnato l’ingresso nella WRC nel Gruppo B di Alfa Romeo. Sapete, quella competizione in cui Lancia ha fatto il bello e il cattivo tempo per circa dieci anni; le cose sarebbero potute andare molto diversamente.

Correva infatti l’anno 1982 quando il reparto corse di Alfa Romeo iniziò a lavorare su una vettura speciale, una versione sportiva dell’Alfa Romeo Alfasud nota come 6C che avrebbe dovuto presentarsi sulle fangose piste dei rally dell’epoca per dominare in tutto e per tutto. Com’è mai che sugli albi d’oro dello sport questo nome non compare mai?

Era il momento sbagliato

L’automobile venne sviluppata con Autodelta da Carlo Chiti e bisogna dire che gli ingegneri ci misero tutto il loro talento. La Alfasud 6C nacque su un telaio monoscocca in acciaio e, rispetto al modello base, montava i sedili della Ritmo Abarth, un lunotto posteriore rivisto, pneumatici da 220 ma soprattutto il poderoso V6 della Alfetta GTV in grado di erogare 158 cavalli per 215 chilometri orari di velocità massima.

Alfa Romeo Alfasud 6C, occasione sprecata? (Facebook) – www.AutoMotoriNews.it

Le auto del Gruppo B erano notoriamente dei piccoli demoni ma la Alfasud 6C forse sarebbe stata la più cattiva i tutte. Peccato che le cose non siano andate come previsto dal brand. In quegli anni infatti, arrivò l’acquisizione da parte di FIAT che come sappiamo, chiuse il reparto corse di Alfa Romeo per concentrarsi su altri piani e modelli.

A quel punto però, il progetto era stato avviato e due esemplari vennero comunque prodotti. La cosa più dolorosa? Era prevista anche una serie di 200 unità stradali, necessarie per omologare la vettura ai sensi della severa politica del Gruppo B. Già, non guideremo mai una Alfasud con 158 cavalli solo “per colpa” di FIAT: a volte, la vita sa essere davvero ingiusta, non credete?

Manfredi Falcetta

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