Porsche ci ripensa, si torna al Suv termico
Porsche ha annunciato un’importante revisione della propria strategia produttiva, con il ritorno a un SUV termico che sarà lanciato entro il 2028. Questa decisione segna un evidente cambio di rotta per la casa automobilistica tedesca, che aveva invece puntato fortemente sull’elettrificazione totale, rappresentata dalla nuova generazione della Macan completamente elettrica.
Lo stop alla produzione della prima generazione della Porsche Macan termica in Europa, avvenuto nel 2024 a causa della non conformità ai nuovi standard di sicurezza GSR2, ha segnato una battuta d’arresto per la casa di Zuffenhausen. Tuttavia, come ha confermato il CEO Oliver Blume durante la presentazione dei risultati del primo semestre 2025, la Casa tedesca ha deciso di tornare a investire in motori a combustione interna e ibridi, destinati a muovere un nuovo modello SUV previsto per il 2028.
«Sarà un modello molto tipico di Porsche in questo segmento, ben differenziato rispetto alla Macan elettrica», ha dichiarato Blume, sottolineando l’urgenza di accelerare i tempi di sviluppo per portare rapidamente il nuovo veicolo sul mercato. La nuova vettura non si chiamerà Macan, nome che resterà esclusivo della versione elettrica.
Per realizzare questo progetto in tempi così brevi, Porsche sembra intenzionata a fare leva sulla Premium Platform Combustion (PPC) del Gruppo Volkswagen, la stessa piattaforma su cui si basa la nuova Audi Q5. Questa scelta permetterebbe di sfruttare sinergie tecniche ed economiche, accelerando lo sviluppo del modello e contenendo i costi. Il powertrain sarà probabilmente composto da motori a quattro cilindri benzina e versioni ibride plug-in, con un V6 riservato alle versioni più sportive.
Il ritorno al motore termico è anche una risposta a un contesto di mercato più complesso del previsto. La transizione all’elettrico, che Porsche aveva fissato con l’obiettivo di raggiungere l’80% di vendite elettriche entro il 2030, è stata rallentata da una domanda più debole del previsto, soprattutto in Europa e nel mercato cinese del lusso. La Macan elettrica non sta infatti rispondendo alle aspettative di vendita, spingendo la Casa a rivedere i propri piani.
Il 2024 si è rivelato un anno turbolento per Porsche, con un calo significativo delle vendite in Cina (-33%) e un titolo azionario in discesa del 13% nell’anno, e fino al 42% se si considerano i picchi del 2023. Le difficoltà sono legate non solo alla debole domanda dei veicoli elettrici, ma anche a problemi di supply chain, come lo stop produttivo causato dalle alluvioni in Svizzera che hanno colpito un fornitore di leghe di alluminio.
Il CFO Lutz Meschke ha ammesso la necessità di «rifocalizzare e ricalibrare il budget» a fronte del rallentamento dell’adozione delle auto elettriche e della modesta domanda nel segmento del lusso in Cina. Una presa d’atto che sottolinea come la strategia di elettrificazione spinta debba essere rivista in modo pragmatico, per mantenere competitività e flessibilità.
Questa fase di transizione ha visto Porsche confermare anche che, per modelli fondamentali come la Cayenne, la prossima generazione elettrica sarà affiancata da una versione termica, una scelta che evidenzia la volontà di non commettere gli stessi errori fatti con la Macan. Anche per la Panamera e la futura SUV di lusso K1 si valutano soluzioni ibride plug-in e motori a combustione, in modo da offrire un’offerta più ampia e adattabile alle diverse esigenze di mercato.
Il ritorno ai motori a combustione da parte di Porsche si accompagna a un appello rivolto alla politica europea. Il direttore finanziario Meschke ha chiesto una revisione della decisione di vietare i motori termici entro il 2035, evidenziando come l’industria automobilistica europea necessiti ancora di tempo per competere con i produttori asiatici, soprattutto in termini di costi. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di supportare tecnologie alternative come i carburanti sintetici, che potrebbero rappresentare un’opzione più sostenibile per mantenere in vita i motori a combustione interna.
Questo nuovo orientamento rappresenta una svolta significativa per Porsche, che aveva invece puntato su un’elettrificazione totale. L’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che la domanda di veicoli elettrici nel segmento del lusso è più lenta a decollare del previsto, in particolare in mercati chiave come la Cina. Parallelamente, la concorrenza cinese e le difficoltà nella rete dei concessionari hanno complicato ulteriormente il contesto competitivo.
La decisione di Porsche di riconsiderare il ruolo del motore termico si inserisce in un contesto più ampio di cambiamenti e sfide per l’industria automobilistica globale. Detroit, la storica capitale americana dell’auto, rappresenta un simbolo emblematico di queste trasformazioni.
Fondata nel 1701 e nota come la “Motown” per il suo ruolo centrale nell’industria automobilistica, Detroit ha vissuto un lungo periodo di splendore nel XX secolo, grazie a colossi come Ford, General Motors e Chrysler. Tuttavia, dagli anni ’60 in poi, la città ha affrontato un declino profondo, segnato da crisi economiche, tensioni sociali e una drastica diminuzione della popolazione. Anche se oggi Detroit tenta una rinascita, il suo passato testimonia le difficoltà di adattarsi a un mercato in evoluzione e a nuove esigenze tecnologiche.
La storia di Detroit ricorda come la flessibilità e la capacità di innovare siano fondamentali per le case automobilistiche. Porsche, con il ritorno al SUV termico e una strategia più equilibrata tra elettrico e motore a combustione, sembra voler imparare da queste lezioni, riconoscendo che il cambiamento tecnologico deve essere accompagnato da una profonda attenzione alle dinamiche di mercato e alle aspettative dei consumatori.
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