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Auto elettriche, associazioni: “No all’Eco-score per i nuovi incentivi statali”

Permane l’incertezza sul futuro degli incentivi per auto elettriche nel 2025, con un dibattito acceso riguardo l’introduzione dell’Eco-score, il sistema di valutazione ambientale ispirato al modello francese. In attesa della definizione del decreto ministeriale che stabilirà i criteri per accedere alle agevolazioni, le associazioni di settore, in particolare Federauto e Unrae, hanno espresso un netto dissenso verso l’adozione di tale parametro nel nuovo programma di incentivi, sollecitando il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a escluderlo.

Le criticità dell’Eco-score negli incentivi auto elettriche 2025

L’Eco-score è un sistema di etichettatura ambientale che valuta l’impatto ecologico di un veicolo, considerando aspetti come energia e acqua consumate nella produzione, emissioni di CO2, inquinamento del suolo e dell’aria, nonché lo smaltimento delle batterie e dei componenti. Tuttavia, nel modello francese, questo punteggio tiene conto solo della fase di produzione e trasporto del veicolo, trascurando l’intero ciclo di vita, un approccio giudicato parziale e potenzialmente discriminatorio da Federauto e Unrae.

Le due associazioni evidenziano tre problemi principali legati all’eventuale introduzione dell’Eco-score negli incentivi:

  • Riduzione drastica della gamma di modelli incentivati: l’applicazione dell’Eco-score escluderebbe una vasta parte delle auto elettriche attualmente disponibili sul mercato. Nel 2025, ben il 66,5% delle BEV immatricolate nei primi otto mesi sarebbe escluso dall’accesso agli incentivi, compromettendo la libertà di scelta di consumatori e aziende e la piena utilizzazione dei 597 milioni di euro stanziati per gli incentivi entro giugno 2026.
  • Discriminazioni tecnico-giuridiche e distorsione della concorrenza: l’introduzione di un sistema di punteggio come l’Eco-score creerebbe disparità tra operatori del settore, con alcuni concessionari che manterrebbero l’offerta incentivata e altri che la vedrebbero azzerata. Ciò porterebbe a una distorsione evidente della concorrenza, mettendo a rischio l’equilibrio del mercato.
  • Impatto negativo sull’intera filiera automotive: le conseguenze si estenderebbero a compratori, concessionarie, officine, fornitori e componentisti, con un effetto domino che potrebbe rallentare ulteriormente la transizione verso la mobilità elettrica.

Federauto, guidata dal nuovo presidente Massimo Artusi, e Unrae sottolineano inoltre che per sviluppare un sistema di valutazione ambientale realmente efficace e legalmente sostenibile, sarebbe necessaria una radicale revisione dello schema francese, cosa che richiede tempo e approfondimenti tecnici non compatibili con l’urgenza di definire subito le regole sugli incentivi.

Il contesto politico e la posizione del Ministro Pichetto Fratin

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in carica dal 22 ottobre 2022 nel governo Meloni, si trova a dover gestire una situazione complessa. Da un lato, si attende la pubblicazione del decreto che definirà l’elenco dei veicoli incentivati; dall’altro, è forte la pressione delle associazioni di categoria perché non venga inserito il vincolo dell’Eco-score.

Pichetto Fratin, con una lunga esperienza politica e amministrativa, è noto per posizioni pragmatiche e favorevoli a un approccio equilibrato verso la transizione ecologica, con particolare attenzione agli aspetti economici e sociali del settore automobilistico. La richiesta delle associazioni è di attivare immediatamente la piattaforma informatica Sogei per la prenotazione degli incentivi senza introdurre criteri ambientali discriminatori basati sull’Eco-score.

Il dilemma dell’Eco-score e l’effetto sul mercato italiano dell’auto elettrica

Il problema dell’Eco-score non è solo tecnico, ma anche geopolitico ed economico. La Francia ha sviluppato questo sistema in parte per proteggere la propria industria automobilistica, considerando anche le emissioni legate alla produzione di energia elettrica, che in Francia è fortemente basata sul nucleare. L’Italia, invece, rischierebbe di penalizzare i propri marchi o di favorire indirettamente quelli stranieri, alimentando tensioni e accuse di protezionismo.

Inoltre, con la Cina leader mondiale nella produzione di veicoli elettrici e batterie, l’Italia si trova di fronte alla sfida di definire criteri di incentivazione che non escludano un mercato importante e che non si traducano in barriere commerciali difficilmente sostenibili a livello europeo.

Intanto, la persistente incertezza e la diffusione di false notizie sui tempi di attivazione degli incentivi stanno paralizzando il mercato delle auto elettriche e termiche, con un rallentamento delle vendite che mettono a rischio il raggiungimento degli obiettivi di transizione e sostenibilità.

Roberto

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