Niente festa anticipata, insomma, per Maranello. Questa incredibile stagione si deciderà soltanto al tramonto di Abu Dhabi. Dove, realisticamente, saranno in tre a giocarsi il numero uno: Alonso, Webber e Vettel in rigoroso ordine matematico. Ufficialmente è ancora in corsa anche Lewis Hamilton, ma l’inglese, quarto a Interlagos, deve vincere e sperare che nessuno degli altri tre arrivi a punti. Fantascienza.
Della gara carioca c’è poco da raccontare. Vettel e Webber hanno impiegato qualche curva per liberarsi del poleman Hulkenberg e si sono involati a suon di giri veloci. Alonso dal canto suo ha faticato più del previsto per superare prima Hamilton e poi il tedeschino della Williams e quando ci è riuscito le due Red Bull non si vedevano più. Il copione nelle posizio0ni di vertice è rimasto lo stesso fino a 20 giri dalla fine, quando Liuzzi è andato a sbattere al termine della chicane in discesa dopo il traguardo, chiamando in pista la safety-car. Con le posizioni ravvicinate Alonso si è scaldato, ma pur riuscendo a mettere pressione a Webber, non è stato realmente in grado di insidiarlo.
Podio senza sorprese, dunque, e spagnolo che ringrazia il “non gioco di squadra” delle lattine volanti. Se Vettel avesse fatto passare Webber, adesso il pilota aussie sarebbe a un solo punto da Fernando. Ma tant’è. Tutto è ancora possibile, anche se ad Alonso basterà chiudere subito alle spalle di Mark, per laurearsi campione.
Quanto al GP degli altri, è stata una giornata da dimenticare per Felipe Massa, prima costretto a una sosta supplementare perché gli era stata montata male una gomma, e poi invischiato nella battaglia di centro gruppo. Corsa lineare per le due McLaren, con Hamilton e Button ai piedi del podio. Hanno chiuso la “top ten” Rosberg, Schumacher, Hulkenberg e Kubica. Comprimari rispetto ai fantastici quattro Alonso, Webber, Vettel e Hamilton che, chi più, chi meno, andranno ad Abu Dhabi con ancora in testa il sogno iridato.
Tgcom
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