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Donne e motori: Solo gioie e dolori oppure c’è dell’altro?

Al giorno d’oggi le donne che guidano e a cui piace acquistare auto sono moltissime, ma non è solo un dato che può essere riscontrato nella nostra attuale quotidianità, ciò avveniva anche nel secolo scorso.

Donne e motori: Solo gioie e dolori oppure c’è dell’altro? (Foto: Getty)

Donne e motori: Il mondo delle auto a primo impatto potrebbe sembrare un modo tipicamente maschile, niente di più sbagliato.

Donne e motori: Andiamo ora a ripercorrere le tappe salienti attraverso le quali la donna si è ritagliata un ruolo da protagonista nel mondo delle auto.

La prima di cui parleremo e di cui parla la storia sarà l’italiana Ernestina Prola, che pensate nel 1907 fu la prima italiana a prendere la patente di guida.

Nel 1907 è bene ricordarlo, le donne non avevano ancora il diritto di voto, il conseguimento della patente fu un fatto eclatante ed uno dei primi tasselli per avvicinarsi all’emancipazione femminile.

Ernestina Prola conseguì la patente per poter lavorare, divenne autista di uno scuola bus.

Altra donna storicamente importante di cui parleremo è Bertha Benz moglie e socia dell’inventore Karl Benz che nel 1888 in prima persona guidò su lunga tratta un’automobile, ciò rese sia lei che il marito celebri dell’attenzione mondiale.

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La velocità, il rombo dei motori, non sono caratteristiche che attirano solo il lato maschile, anche nel passato la voglia di superare e superarsi ha attirato e di molto il mondo femminile.

Donne e motori: Abbiamo visto come nel caso di Ernestina, la necessità lavorativa nel conseguire la patente di guida, in altri casi invece si trattò di amore e passione pura, come per Camille Du Gast…

Donne e motori: Solo gioie e dolori oppure c’è dell’altro? (Foto: Youtube)

Camille Du Gast fu il primo pilota donna a cimentarsi nelle corse insieme al mondo maschile, il tutto avvenne nel 1901, e non fu nemmeno l’unica, altre 4 donne gareggiarono nelle corse, entrando prepotentemente in quello che era fino ad allora un mondo prettamente maschile.

Non si limitarono solo a lavorare con le auto o a gareggiare nelle piste, alcune di loro furono anche celebri inventori.

Mary Anderson realizzò il primo impianto tergicristalli nel 1903, altra invenzione importantissima ma snobbata all’inizio la fece Dorothy Levit, inventando pensate un po’ lo specchietto retrovisore, come scritto in precedenza snobbato poiché si ritenne solo un mero vanto femminile privo di utilità, fu ripreso 10 anni più tardi e mai più abbandonato…

Sonia Delaunay-Terk nel 1925 progettò la prima auto con rivestimento in lamiera.

Nel 1950 venne formato il primo team femminile di designer d’interni per le auto grazie alla General Motors .

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redazione

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