Fiat barchetta: un ponte tra passato e futuro

La Fiat barchetta era stata progettata per rievocare le auto sportive del passato e come modello da seguire per quelle future.

Fiat barchetta da gara
Fiat barchetta da gara (Wikimedia Commons)

All’inizio del 1995 fu presentata da Fiat la nuova “barchetta” alla stampa internazionale. Le sue caratteristiche dovevano rievocare il passato del motorsport. Infatti, anche il nome, con la “b” minuscola, era stato ripreso dalla Ferrari 166 S, chiamata appunto Barchetta, spider disegnata dalla Touring e con cui, in seguito alla fine della guerra, Enzo Ferrari diede il via ad una lunga serie di successi. Parte del suo patrimonio genetico è inoltre dovuto alla Fiat 509 “Bâteau” del 1925, che apparteneva al filone delle eleganti Torpedo prodotte dalla casa torinese tra gli anni Dieci e gli anni Venti. Con questo modello, Fiat voleva riaprire un nuovo capitolo di automobili sportive.

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Fiat barchetta: le peculiarità che la contraddistinguono

Fiat barchetta
Fiat barchetta (Wikimedia Commons)

Elegante e sobria al contempo, la Fiat barchetta era stata ideata nel centro stile Fiat e realizzata nello stabilimento Maggiora di Chivasso in 60.000 esemplari circa. La lamiera a vista entra di prepotenza nell’abitacolo, che fa sembrare al conducente di essere alla guida di un velivolo Piper. Alla stregua dell’aeroplano, ai tempi padrone del cielo, la barchetta dominava la strada e rendeva emozionante l’esperienza di guida. Il comfort è stato volutamente tralasciato al fine di far tener presente di essere su di un’auto sportiva. La caratteristica principale è però l’assenza del tetto, che rende la vettura una cabrio con cui godersi “l’aria che scompiglia i capelli”, che coinvolge i sensi.

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