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Formula 1 in prima linea contro il coronavirus: arrivano i primi respiratori Mercedes

La Mercedes ha lavorato in collaborazione con i ricercatori britannici per realizzare i primi respiratori da consegnare agli ospedali per aiutare i pazienti affetti dal coronavirus.

(Getty Images)

Da giorni ormai diverse aziende del settore automobilistico, compreso quelle di Formula 1, hanno annunciato la volontà di scendere in campo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Tali imprese hanno, difatti, iniziato a produrre respiratori sanitari per aiutare gli ospedali nella cura dei pazienti che hanno contratto il Covid-19 e che lottano per rimanere in vita. Dopo pochi giorni dall’annuncio della nascita del Progetto Pitlane, che coinvolge i team di Formula 1 Mercedes, Red Bull, Renault, McLaren, Racing Point, Williams e Haas, sono arrivati i primi risultati.

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Covid-19, i nuovi respiratori progettati dai team Mercedes: “Questa svolta ha il potenziale per salvare molte vite

Mercedes insieme ad altri team di Formula 1 (Red Bull, Renault, McLaren, Racing Point, Williams e Haas) hanno preso parte al Progetto Pitlane, finalizzato alla costruzione di respiratori per aiutare i pazienti affetti dal coronavirus. Dopo pochi giorni dall’annuncio della nascita del progetto, Mercedes ha già reso noti i primi risultati. La casa tedesca, come riporta la redazione del tabloid britannico The Telegraph, in collaborazione con dei ricercatori dell’University College London (UCL) e dell’University College London Hospitals (UCLH), ha lavorato per migliorare un CPAP esistente in un processo noto come reverse engineering. Il CPAP è un dispositivo di ventilazione respiratoria necessario a limitare o eliminare eventuali ostruzioni delle vie aeree. Il dispositivo ha ricevuto il benestare dall’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA), ed i primi 100 esemplari sono stati già consegnati all’UCLH per studi clinici, che potrebbero essere seguiti dal lancio negli ospedali del Regno Unito.

In merito il professor Mervyn Singer, consulente di terapia intensiva dell’UCL, ha affermato ai microfoni del Telegraph: “Questi dispositivi aiuteranno a salvare vite umane garantendo che i ventilatori, una risorsa limitata, vengano utilizzati solo per i malati più gravi“. Tesi confermata anche dal vicepresidente per la salute dell’UCL David Lomas: “Questa svolta ha il potenziale per salvare molte vite e consentire al nostro personale impegnato in prima linea di tenere i pazienti fuori dai ventilatori. È un risultato meraviglioso – riporta The Telegraphessere passati dal primo incontro all’approvazione del regolatore in soli 10 giorni. Mostra che cosa si può fare quando università, industria e ospedali uniscono le forze per il bene nazionale“.

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(Getty Images)
Marco Spartà

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