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Coronavirus, la fase 2: cosa cambierà per lavoro, trasporti e scuole

Il Corriere della Sera ipotizza quali potrebbero essere i tempi della ripresa dei trasporti pubblici e dei settori chiave dell’economia dopo la fase uno dell’emergenza per il coronavirus.

Le restrizioni sono in vigore fino al 13 aprile. Cosa può cambiare nei trasporti

L’unica data che conosciamo per la fase 2 è quella del 13 aprile” diceva ieri il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli. Fino a quella data, resteranno in vigore tutti i provvedimenti adottati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) per contrastare l’emergenza dovuta al coronavirus.

Continueranno anche a valere, dunque, le regole sul rientro in Italia con mezzi di trasporto privati e di linea, contenuti nell’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, di concerto con il ministro Paola De Micheli. La titolare del MIT ha prolungato l’efficacia di nove decreti interministeriali, che contengono “misure finalizzate ad una forte limitazione della mobilità delle persone sul territorio italiano e del trasporto dei passeggeri attraverso i diversi vettori e armatori“, si legge in una nota del ministero.

Coronavirus, i tempi della fase 2 per trasporti e lavoro

La ripresa del trasporto pubblico dovrà essere graduale con più controlli

Ma che potrebbe succedere dal 14 aprile? Premesso che guanti e mascherine si dovranno indossare ancora a lungo, non mancano le ipotesi per un allentamento graduale della quarantena. Il Corriere della Sera ha delineato alcuni scenari possibili. Dal punto di vista del trasporto pubblico, i controlli dovrebbero essere intensificati per mantenere una bassa frequentazione e garantire la distanza tra i passeggeri. Non si esclude, dunque, l’accesso limitato a bus, tram e metropolitane.

Si può facilmente ipotizzare anche un prolungamento dello smart working per le piccole e medie imprese, che potrebbero essere le prime a riaprire se le norme dovessero consentirlo.

Dovrebbe essere più lenta la riapertura dei negozi, anche in questo caso con ingressi presumibilmente scaglionati a partire da maggio. Per i centri commerciali, la chiusura sarà facilmente prorogata.

Incerto il futuro per la scuola

Incerta la situazione della scuola. Su questo, il ministro dell’istruzione ha avuto un incontro, per via telematica, con i rappresentanti dei sindacati. In caso di rientro, fa sapere la CISL, “serviranno indicazioni per le misure organizzative e i protocolli di sicurezza che devono essere adottati e sulle modalità per la fornitura dei dispositivi di protezione individuale”. Al momento restano valide le misure restrittive. “Non è ancora il momento della normalità” ha dichiarato il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri.

Bar e ristoranti saranno prevedibilmente tra gli ultimi esercizi a riaprire. Per il cinema o gli stadi, invece, si dovrebbe attendere il contagio zero. Le file all’ingresso, i contatti fra gli spettatori non si accordano, evidentemente, con il divieto di assembramento. Un divieto che nasce per salvaguardare la salute di tutti.

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Alessandro Mastroluca

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