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Gli effetti del lockdown si fanno sentire anche per la tempistica richiesta per ottenere un risarcimento dall’assicurazione auto, ora più lunga. A farne le spese sono quindi gli automobilisti.
Sono trascorse poche settimane dall’allentamento delle misure restrittive, che ci permettono ora non solo di spostarci nei dintorni delle zone di residenza, ma anche fuori regione. Il periodo del lockdown ha però portato con sè importanti conseguenze, non solo sul piano economico per chi ha dovuto interrompere momentaneamente la propria attività. A farne le spese è stata infatti anche la burocrazia, spesso una scure da sopportare in molti ambiti per chi vive nel nostro Paese. Chi è in attesa di un risarcimento dalla propria assicurazione auto, anche se di piccola entità, deve infatti armarsi di pazienza.
La situazione era già di per sè piuttosto grave prima che l’epidemia colpisse la nostra Penisola. Solo nel 2018, secondo quanto rilevato dall’Ivass, erano ben 230 mila le cause pendenti. Ora il quadro attuale si è ovviamente aggravato, pur avendo dovuto gestire un periodo in cui erano in pochissimi a muoversi.
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Il problema sta diventando talmente vasto da non poter essere sottovalutato. In genere, infatti, come ha fatto sapere l’Ivass, nel corso di un anno si riescono a risolvere solo il 35% delle cause gestite, cioè quelle pendenti e quelle sorte nell’anno in corso. Ci sono casi in cui si devono attendere addirittura cinque anni per poter ricevere quanto pattuito.
Il crollo dei sinistri è stato certamente inevitabile durante la fase di lockdown (in virtù del minor numero di auto in circolazione), ma senza una serie di interventi ad hoc la situazione non potrà migliorare in tempi brevi. A sottolineare il quadro attuale è il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, che suggerisce una serie di misure che potrebbero servire a risollevare il settore. Sarebbe infatti particolarmente utile tornare ai soliti 45 giorni, anziché i 75 stabiliti in piena emergenza Covid, per rispondere ai reclami. A giocare a sfavore dei consumatori c’è poi un provvedimento emesso recentemente dal governo, secondo il quale sono passati da 60 a 120 giorni i termini i termini in cui le compagnie devono presentare un’offerta di risarcimento al danneggiato in assenza di Cid e da 30 a 90 in presenza di Cid.
L’auspicio è che quindi si possa intervenire il prima possibile per aiutare i cittadini già di per sì stremati sul piano economico. La tecnologia potrebbe fornire un aiuto importante: se siamo di fronte a un sinistro in cui i danni riportati sono leggeri si potrebbe velocizzare la procedura attraverso una video perizia o basandosi su una documentazione fotografica o medica. Se questa idea potesse davvero essere trasformata in realtà, si potrebbe pensare davvero anche a un abbassamento dei premi.
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