F1, il reclamo della Red Bull contro il DAS Mercedes: esito del ricorso (Foto: Getty)
La Mercedes è considerata una squadra tedesca in tutto e per tutto, anche se la sede della scuderia è in Inghilterra così come inglese è gran parte del management del team e inglese è anche il primo pilota, il campione del mondo Lewis Hamilton.
Negli ultimi mesi la situazione per la Mercedes non è stata facilissima soprattutto per via della decisione del Regno Unito di chiamarsi fuori dall’Unione Europea con la cosiddetta Brexit che si è ormai concretizzata già da alcuni mesi.
La sede della Mercedes è a Brackley, una piccola cittadina del South Northamptonshire. Uffici, officine e laboratori di prim’ordine e di grande tradizione che in passato hanno ospitato il quartier generale della BAR, prima che la scuderia con tutte le sue factilities venisse acquistata dalla Honda nel 2006. La Mercedes lo rilevò dalla BrawnGP facendone il fulcro della sua attività di test e di ricerca.
Brackley è considerata fondamentale per lo sviluppo della Mercedes: intanto perché Hamilton preferisce continuare a lavorare allo sviluppo della macchina in Inghilterra e a due passi da casa e poi perché la sede si trova a pochissima distanza da Silverstone.
Nel corso degli ultimi anni la Mercedes ha investito moltissimi soldi a Brackley, assumendo molto personale, acquisendo nuovi uffici e magazzini più grandi. In un paese di 13mila abitanti la scuderia rappresenta non solo un vanto ma anche una grande occasione di lavoro per tutta la contea.
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Eppure con la Brexit i problemi di logistica, trasporto e di dogana sono enormemente aumentati facendo lievitare anche i costi. Difficile pensare di trasferire altrove tutto quello che c’è a Brackley: inizialmente la Mercedes non sembrava avere dato troppo peso a quelli che sarebbero stati i problemi causati dalla Brexit ma oggi ci si sta rendendo conto che avere la scuderia in Inghilterra con la fabbrica e la casa madre della scuderia in Germania ha reso tutto enormemente più complicato.
Al momento a Brackley lavorano più di mille persone, quasi tutte di nazionalità inglese. La scuderia sta avviando un accordo con il governo, trattando direttamente con il presidente del consiglio Boris Johnson. Ma la pandemia ha reso tutto più lento e ancora più problematico. Tempo fa, fin dal 2016, Lewis Hamilton aveva dichiarato di essere contrario alla Brexit sostenendo che questa avrebbe avuto un duro contraccolpo su grande aziende inglesi nate per lavorare nell’ambito di progetti internazionali di più ampio respiro. Ma l’appello del pilota fin nel vuoto.
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