Gerhard Berger sa bene cosa si provi a correre per una scuderia importante come la Ferrari. ma senza ottenere risultati. L’ex pilota individua un problema a cui in pochi hanno fatto caso.
Non è certamente una stagione fortunata quella che si trova a vivere la Ferrari, anzi Monza è stato proprio uno dei momenti più bassi di questa annata visto che proprio nella pista di casa nessuno dei due piloti è riuscito a portare a termine la gara. Difficile pensare che nelle prossime settimane possa cambiare davvero qualcosa: la monoposto non appare in grado di essere competitiva, non solo rispetto alla Mercedes, ma anche rispetto a scuderie sulla carte meno accreditate.
In tanti invocano un cambiamento drastico ai vertici, nella speranza di poter rendere davvero la macchina più affidabile. In situazioni come questa sarebbe comunque bene analizzare la situazione con lucidità senza lasciarsi trascinare dai catastrofismi del momento e capire bene cosa sia necessario modificare. Di questo parere è anche qualcuno che conosce bene l’ambiente di Maranello: l’ex pilota Gerhard Berger.
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I più pessismisti sono arrivati addirittura a ipotizzare un periodo a secco di soddisfazioni per la Ferrari, addirittura di una decina di anni. Berger ritiene che uscire da questa situazione sia possibile, ma qualche errore è stato commesso, su questo non ci sono dubbi: “Sono convinto che la Ferrari riuscirà a risollevarsi in un periodo più breve, ma credo che uno sbaglio importante sia stato quello di affidarsi a un gruppo quasi totalmente italiano. Va bene il legame con il proprio Paese, ma non è necessariamente un male puntare su professionalità provenienti da altri Paesi. In caso di un successo sarebbe comunque motivo di orgoglio per tutta l’Italia, indipendentemente da chi lavora all’interno” – ha detto ai microfoni AvD Motorsport Magazin.
L’austriaco sa bene cosa significhi convivere con la frustrazione di non ottenere risultati. Una situazione analoga è stata infatti vissuta anche durante la sua permanenza a Maranello, ma in questi casi diventa fondamentale non mollare: “Nel periodo in cui c’ero io non tutto era rose e fiori, anzi. Risollevarsi è possibile, ma è fondamentale concentrarsi sul lavoro senza lasciarsi prendere dallo sconforto. La situazione non delle migliori, quasi sicuramente saranno necessari almeno tre anni per migliorare davvero” – ha concluso.
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