Formula 1

Hamilton, come nasce la Mercedes che domina la Formula 1

Lewis Hamilton ha raccontato quanto sia coinvolto nello sviluppo della Mercedes. Il dietro le quinte del team che domina la Formula 1

Hamilton, come nasce la Mercedes che domina la Formula 1

Il lavoro di squadra, gli incontri con gli ingegneri, la ricerca costante dello sviluppo. Lewis Hamilton ha raccontato ad Autosport quello che normalmente non si vede, quel che non sempre appare agli spettatori appassionati di Formula 1. Ha portato i lettori dentro il team, spiegando come il successo sia un lavoro di squadra. Ma solo se tutti imparano a pensare “out of the box”, come dicono gli inglesi, fuori dai limiti e dalle convenzioni.

Durante i test, negli incontri con il team, gara dopo gara, Hamilton ha spinto la squadra a portare lo sviluppo della Mercedes in direzioni non sempre scontate. “Ho insistito tanto sull’equilibrio aerodinamico, l’abbiamo spostato un po’ alla volta continuamente dal 2014″ ha detto.

Gli ingegneri utilizzano un software che suggerisce dove sarebbe il punto di equilibrio ottimale, ma il computer non sente la macchina, non fa quel che faccio io. D’altra parte, molte volte mi è capitato di confrontarmi con i tecnici e capire che avevo torto. Fa parte del processo di apprendimento” ha aggiunto.

L’apertura alle idee, il confronto continuo, la libertà di esporre visioni anche inusuali, ha fatto sì, secondo Hamilton, che la Mercedes sia rimasta la scuderia da battere. “Abbiamo costantemente alzato l’asticella, il team ha un approccio migliore di quanto succedeva prima che arrivassi qui” ha spiegato.

Una delle sfide cruciali, ha spiegato il sette volte campione del mondo, sta nel portare alla massima efficienza la monoposto più lunga del Mondiale. La Mercedes, infatti, ha un passo record dal 2017. Nonostante questo, sottolinea il britannico, nessuno dei rivali ha tentato di inseguire le Frecce d’Argento su questo terreno.

Leggi anche – Lewis Hamilton, non solo successi: sconfitta… contro Hamilton

Hamilton: “Ho imparato quanto sia importante gestire le gomme”

Hamilton: “Ho imparato quanto sia importante gestire le gomme”

Una monoposto così lunga, spiega, “genera tanto carico ma non è così agile come una più corta. L’anno scorso, abbiamo fatto più fatica nelle curve lente, la macchina non sterzava come avremmo voluto. Quest’anno, nei test invernali, la situazione non era troppo diversa. Avevo alcune difficoltà che ho spiegato alla squadra. Non posso dire troppo, ma quei problemi non li ho più avuti in stagione“.

Nel corso della stagioni, Hamilton ha imparato a gestire le gomme, e l’effetto che il complesso del regolamento tecnico comporta soprattutto sull’anteriore della vettura. Il britannico, con uno stile aggressivo e deciso in frenata, preferisce le monoposto che davanti rispondono velocemente ai cambi di direzione, rapide nell’ingresso in curva.

“Ma ci sono dei limiti, all’anteriore e al posteriore, in termini di aderenza. Devi considerare la saturazione delle gomme e il degrado termico. Puoi spingerti solo fino a un certo punto dal punto di vista meccanico se non vuoi penalizzare gli altri aspetti” ha spiegato.

“Un anno fa, avevamo molto più sottosterzo, facevamo molta più fatica con le gomme usurate. Quest’anno abbiamo spostato il bilanciamento più dietro, la macchina si comporta diversamente in curva, si gira con angoli diversi e le cose sono andate meglio”. Dettagli che fanno la differenza.

Leggi anche – Hamilton e l’importanza di Schumacher: “Cosa ho capito in Mercedes”

Alessandro Mastroluca

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