MotorSport

Sergio Perez lancia la sfida: “Ripagherò la fiducia della Red Bull”

Sergio Perez in visita alla fabbrica Red Bull di Milton Keynes: il messicano lancia la vista per il Mondiale 2021

Sergio Perez nella Red Bull (Getty Images)

Sergio Perez ha rischiato di dover guardare il Mondiale del 2021 dalla tv, dopo essere stato esautorato dalla Racing Point – oggi Aston Martin – senza troppi complimenti, nonostante i buoni risultati. Ed invece, come nel più classico degli sliding doors, la vittoria nel GP del Bahrein ha dato una sterzata decisiva alla sua carriera, che sembrava ad un passo dall’arenarsi.

La Red Bull si è convinta a dare una chance al messicano e gli ha “regalato” la monoposto che nel 2020 è stata di Alexander Albon. Compagno di scuderia, quindi, di Max Verstappen, il più cannibale tra i piloti dopo – ovviamente – Lewis Hamilton. Pérez, entusiasta della nuova opportunità e di rimettersi in gioco, è smanioso dalla voglia di scendere in pista – i test in Bahrein (in pista dal 12 al 14 marzo, ndr) sono sempre più vicini – e nel frattempo ha visitato la sede della scuderia, a Milton Keynes.

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Sergio Perez e la dichiarazione d’intenti

Sergio Perez (Getty Images)

Entusiasta della vita in Red Bull, al sito ufficiale della scuderia ha affidato le sue prime dichiarazioni d’intenti. “E’ un sogno che si avvera, pensavo non esistessero chance di poter guidare quella monoposto non avendo fatto parte del loro programma junior. E’ il marchio per cui lavoro, penso quando mi capita di bere la bevanda energetica“.

E’ un’opportunità grande – ha poi continuato – ora devo eseguire lo step successivo dopo aver mostrato le mie capacità nello scorso mondiale. Devo fare bene; cercare di vincere il titolo se la monoposto sarà da mondiale, chiudere secondo se l’auto vale la terza piazza“.

Una vera e propria sfida lanciata dall’americano che lancia uno sguardo anche al suo Paese. “Nel 2021 spero si possa sentire spesso l’inno messicano” ha concluso, non prima di ringraziare la Red Bull. “Spero sia una stagione buona. Solo così posso ripagare il team, Christian Horner ma anche Helmut Marko e Dietrich Mateschitz“.

Giovanni Spinazzola

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