Controllo polizia (Foto: Getty Images)
Da oggi torna a essere necessaria l’autocertificazione per giustificare i propri spostamenti. Ecco quando è necessaria, dove scaricarla e le informazioni da inserire.
A partire da oggi scattano le nuove misure restrittive introdotte dal governo, che portano alla suddivisione del Paese esclusivamente in “Zona Arancione” e “Rossa”, con l’unica eccezione della Sardegna, che è rimasta “Zona Bianca“. Il decreto legge modificato il 12 marzo dal governo Draghi introduce norme ancora più rigide rispetto a quelle di Natale (sono stati chiusi anche i parrucchieri in “Zona Rossa”) e consente gli spostamenti per motivi di salute, lavoro e necessità. Questi devono però essere giustificati con l’autocertificazione, un modulo che abbiamo già utilizzato un anno fa.
Le forze dell’ordine che effettuano i controlli sul territorio sono in possesso dei moduli e possono fornirgli automobilisti per dichiarare le motivazioni dei loro viaggi. In alternativa, è possibile scaricarlo sul sito del Viminale, in modo tale da averlo con sè in caso di necessità.
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L’autocertificazione è sempre necessaria per giustificare ogni tipo di spostamento in “Zona Rossa“. In questo caso è necessario averla sempre con sè: gli spostamenti, infatti, non sono mai consentiti, se non per recarsi a fare la spesa o nei servizi essenziali che sono rimasti aperti. Il ritorno a casa è comunque sempre consentito, senza alcun vincolo di orario; con il termine “casa” si intendono la residenza, il domicilio o l’abitazione, ma rispettando gli orari del coprifuoco, in vigore dalle 22 fino alle 5 del mattino successivo. In “Zona Arancione“, invece, l’autocertificazione diventa necessaria quando si esce al di fuori del proprio Comune o al di fuori degli orari del coprifuoco.
In caso di spostamento per motivi di lavoro è possibile mostrare anche una dichiarazione firmata dal datore di lavoro o eventuali tesserini che confermino quanto indicato nell’autocerticazione.
Nel modulo oltre alla motivazione dello spostamento è necessario inserire i propri dati anagrafici, il proprio domicilio, il numero di un documento di identificazione e un recapito telefonico. È inoltre necessario anche indicare di non essere positivo al Covid-19 e di non essere quindi sottoposto alla relativa quarantena.
Le informazioni che vengono inserite “verranno poi verificate in controlli successivi. Una dichiarazione non veritiera è considerata reato“, come specificato sul sito del governo. Gli irregolari andranno incontro a una sanzione pecuniaria, che può andare da 400 a 4.000 euro.
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