MV Agusta tre cilindri, storia della moto da leggenda di Giacomo Agostini

Origine e storia della MV Agusta tre cilindri su cui Giacomo Agostini ha costruito i grandi successi nella classe 350 e nella 500

MV Agusta tre cilindri, storia della moto da leggenda di Giacomo Agostini
MV Agusta tre cilindri, storia della moto da leggenda di Giacomo Agostini (foto Getty)

Nessun legame nella storia del motociclismo è più forte del binomio fra Giacomo Agostini e la MV Agusta tre cilindri. E’ il progetto che raccoglie l’eredità della quattro cilindri, a sua volta ispirata alla Gilera. Il progetto matura all’inizio degli anni Sessanta quando il conte Domenico Agusta inizia ad avvertire la concorrenza sempre più forte della Honda. Serve un cambiamento. Chiede ad Arturo Magni, capo del reparto corse, un motore con tre teste separate e richiamo delle valvole con le molle a spillo.

Domenico Agusta, emerge in un convegno dell’Associazione Italiana della Storia dell’Automobile del 2010, non era un tecnico ma tracciava un’idea su carta con una matita rossa. E l’ufficio tecnico lavorava a partire da quello. Il progetto nasce così, come un collage di soluzioni già utilizzate e la novità della frizione esterna.

Alla fine Mario Rossi imporrà un cambiamento alla progettazione del motore: testata con un pezzo solo e quattro valvole con le molle a elica. Dopo i test al banco motore, la moto viene portata a Venezia e collaudata al Lido.

Il motore tre cilindri nasce per la classe 350. Eroga circa 70 cavalli a 13.000 giri e vince subito. Giacomo Agostini conquista il gran premio di Germania del 1965 al Nurburgring, sulla Südschleife. Curiosamente proprio sullo stesso tracciato, e con la stessa moto, una MV Agusta tre cilindri ma della classe 500, finirà la sua leggenda nel motociclismo con la sua ultima vittoria nel Mondiale nel 1976.

Il motore viene poi maggiorato (1966) a 371 cc (54×54) e vince al debutto il Circuito di Modena, 20 marzo 1966, con Alberto Pagani. La moto conserva la sua architettura originaria, e anche la ciclistica firmata da Mario Rossi.

C’è un aspetto decisamente particolare. Rossi, come Mario Montoli, responsabile dell’Ufficio Tecnico fino al 1954, è autodidatta. Hanno studiato alle scuole professionali e poi seguito corsi per corrispondenza su meccanica e matematica. E hanno realizzato una leggenda.

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MV Agusta tre cilindri e Giacomo Agostini

MV Agusta tre cilindri e Giacomo Agostini
MV Agusta tre cilindri e Giacomo Agostini (foto Getty)

Una leggenda che cresce, per prestigio e potenza. Il motore passa dai 371 cc alle varie generazioni della composizione cosiddetta “superquadro”. Nell’ultima evoluzione della top-class, nel 1972, la MV Agusta ha un motore che occupa 62,7×54 centimetri e una cilindrata di 499,9 cc. Alla fine dello sviluppo

Le due moto, per le due classi, condividono il telaio in tubi. Cambia solo il forcellone e la sezione della ruota posteriore. Agostini passa indifferentemente dall’una all’altra. Vince sette titoli nella 500 e sei nella 350. Memorabile il duello del 1966 con Mike “The Bike” Hailwood costretto al ritiro all’ultima gara a Monza.

Nel Mondiale, la versione 350 ha ottenuto quattro titoli mondiali marche e 68 vittorie, delle quali 39 Gran Premi, l’ultimo a Modena nel 1972. La 500 invece ha regalato sei Mondiali marche e 147, di cui 62 gran premi: l’ultimo in Austria il 3 settembre 1973.

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