Formula 1

Red Bull, Newey punge la Mercedes: il “rimpianto” dell’ingegnere

Newey esprime il suo giudizio sulla dura battaglia che la Red Bull sta vivendo con la Mercedes in Formula 1. Era migliore con la Ferrari, per lui.

Adrian Newey (Getty Images)

Tra Red Bull e Mercedes è guerra aperta in questo campionato mondiale 2021 di Formula 1. Il duello è sia in pista che fuori, i momenti di tensione sono stati diversi soprattutto negli ultimi GP.

Ovviamente l’auspicio è che la battaglia rimanga pulita, almeno tra i piloti che lottano nelle gare. Sarebbe un peccato vedere comportamenti antisportivi. A dire il vero Max Verstappen e Red Bull hanno già accusato Lewis Hamilton di aver avuto una condotta irregolare a Silverstone, con 10 secondi di penalità giudicati completamente insufficienti. Il rischio di nuovi episodi controversi c’è. Tocca all’intelligenza delle parti evitarli.

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F1, Newey difende la Red Bull

Adrian Newey (Getty Images)

Adrian Newey, storico progettista della Red Bull e della Formula 1, sul sito ufficiale del team ha commentato così la situazione attuale: «Non ricordo in F1 una lobby come quella contro la Red Bull. In un certo senso è un complimento essere nel mirino degli avversari e lo abbiamo già sperimentato. Ma non ricordo un momento in cui abbiamo ricevuto lo stesso trattamento di lobbying contro la nostra macchina».

Newey ricorda che già nel periodo 2010-2012 c’era una grande rivalità, con la Ferrari, però adesso vede uno scenario peggiore di allora e quasi “rimpiange” la Rossa: «Eravamo sotto costante controllo e ci siamo adattati a ogni cambiamento di regolamento. Lo abbiamo vissuto nelle battaglie del campionato con la Ferrari. È la natura della Formula 1 e una delle cose che la rende così esilarante, ma la frequenza e l’intensità di quest’anno è piuttosto rivelatrice».

L’ingegnere inglese cita il caso dell’alettone posteriore flessibile, per il quale la Mercede si è lamentata a inizio stagione: «Quando hanno iniziato a fare rumore, non erano preoccupati per quello che faceva l’Alfa Romeo. Ma solo del fatto che noi avremmo potuto avere un profitto, che in realtà non avevamo. Cambiare quell’ala ha comportato un grande costo. Comunque il nostro team ha saputo rispondere al cambiamento anche quando viene messo alle strette. Possiamo combattere e restare competitivi».

Matteo Bellan

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