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Hyundai, l’iniziativa con Healthy Seas a tutela del mare di Lampedusa

Hyundai e Healthy Seas hanno svolto un’operazione per pulire e proteggere il mare di Lampedusa. I dettagli dell’iniziativa

(Hyundai media press)

Avvalendosi della partnership con Healthy Seas, organizzazione per la tutela dell’ambiente marino, Hyundai ha ribadito il proprio impegno a favore dell’ecosostenibilità con una nuova iniziativa che interessa una delle zone più belle d’Italia. Nello specifico, la Casa coreana ha lavorato insieme alla stessa organizzazione per pulire e proteggere il mare dell’isola di Lampedusa. Questo progetto rientra nel più ampio programma di attività che Hyundai e Healthy Seas intendono svolgere insieme anche in futuro in tutta Europa.

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Hyundai, i dettagli dell’iniziativa con Healthy Seas

(Hyundai media press)

Healthy Seas e l’esploratore marino Mario Arena, con la partecipazione di 14 volontari, hanno scandagliato l’area marina nei dintorni di Lampedusa per 30 giorni circa, tra giugno e luglio 2021, al fine di identificare i vari relitti rimasti sui fondali durante la Battaglia del Mediterraneo. E sono proprio i relitti che, oltre ad apportare benefici per l’ambiente marino – come fornire un habitat ideale per diverse specie marine – rappresentano un problema. Infatti, secondo le stime dell’organizzazione, sono oltre 640 mila le tonnellate di chilogrammi di attrezzatura da pesca che ogni anno rimangono incagliate negli stessi relitti. Un problema, questo, che si estende anche agli oceani di tutto il mondo e che, pertanto, va arginato.

Nell’ambito dell’operazione di Lampedusa, gli addetti hanno trovato nei mari circostanti all’isola una rete da traino sul relitto del piroscafo postale Egadi. Tuttavia, a causa della sua estensione, è stato possibile rimuoverne soltanto la metà. Un altra rete, invece, è stata individuata sul relitto del sottomarino francese Narval affondato durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. In questo caso però è stato possibile rimuoverla del tutto, salvando diversi animali marini rimasti incastrati.

Francesco De Vincenzo

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