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Alfa Romeo svela il nuovo modello di business: cosa cambia dal 2023

Alfa Romeo adotterà un nuovo modello di business che servirà ad ottimizzare la produzione di veicoli. L’annuncio dell’ad Imparato

Un’Alfa Romeo Giulia (Foto: Getty Images)

Annuncio importante da parte di Alfa Romeo, che si prepara a rivoluzionare la propria strategia. Infatti, come ha spiegato di recente l’amministratore delegato Jean Philippe Imparato, la Casa di Arese cambierà presto modello di business, che permetterà di ottimizzare la produzione di veicoli nei vari stabilimenti del marchio milanese, evitando così gli sprechi. Inoltre, questa decisione fornirà un aiuto concreto alla ripresa economica dopo la crisi generata dalla pandemia.

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Alfa Romeo produrrà solo su richiesta: i dettagli

Nello specifico, il nuovo modello di business che adotterà Alfa Romeo sarà “built-to-order“, che significa letteralmente “costruito-su-richiesta”. E infatti è questo che farà in sostanza la Casa del Biscione, come ha spiegato l’ad Imparato in occasione di un recente incontro con le associazioni dei concessionari italiani di Alfa, DS e Lancia. “Il nuovo modello sarà “built-to-order” per almeno l’80% – le sue parole –. Produrremo Auto solo se abbiamo il cliente finale“.

Pertanto, la produzione di un determinato modello di vettura partirà nella gran parte dei casi soltanto se ci sarà un cliente che ha provveduto ad ordinarla in precedenza scegliendone l’allestimento e i vari optional a disposizione. Questo a partire dal 2023.

Tuttavia, tale soluzione non sarebbe del tutto inedita, dal momento che anche nel 2021 Alfa Romeo aveva già iniziato a sondare il terreno. “A inizio 2021 eravamo al 38% – prosegue Imparato –. Nel 2023 passeremo all’80%”.

I benefici di questo nuovo modello di business sarebbero numerosi e avrebbero risvolti positivi a più livelli. In particolare, sottolinea Imparato, consentirà all’azienda “una migliore gestione dei costi, a noi e ai concessionari, per evitare sprechi“. Inoltre, secondo lo stesso ad, “nessuna macchina deve restare più di 90 giorni nei parcheggi“.

Dal punto di vista degli stabilimenti, invece, Imparato sostiene che questa decisione non ci avrà alcun impatto rilevante sulle modalità di produzione, che però dovrà tenere conto della logistica. “E’ normale produrre Auto se si hanno clienti – afferma –. Si può decidere in base alla destinazione geografica. Ad esempio, producendo prima le vetture che andranno negli USA e in Giappone che hanno tempi di logistica più lunghi“. Infine, conclude: “La vita nelle fabbriche non cambia, però ci sarà più controllo su produzione e logistica“.

Francesco De Vincenzo

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