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Cinture di sicurezza in Auto, i dati sull’utilizzo in Italia sono allarmanti

Cinture di sicurezza in auto, dati allarmanti: uno su tre in Italia non la usa. Il 50% dei bimbi è senza seggiolino. Lo studio dell’Anas

Cinture di sicurezza in auto, i dati sull’utilizzo in Italia sono allarmanti (Getty)

Arriva un’ennesima conferma sull’imprudenza degli italiani alla guida: l’utilizzo delle cinture di sicurezza in auto è limitato a un italiano su tre. Il dato allarmante arriva da un recente studio condotto dall’Osservatorio Stili di Guida Utenti e commissionato dall’Anas, realizzato dallo Studio Righetti e Monte Ingegneri e Architetti Associati.

I dati sono stati presentati nell’ambito del convegno “Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime” organizzato in occasione della giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada del 21 novembre. Scarso l’utilizzo anche di dispositivi di sicurezza per bambini (cinture e seggioloni) e quello improprio del telefono mentre il veicolo è in marcia. La “fotografia” scattata dall’Anas è severa. Su un campione di 6.000 automobilisti, è emerso che il 28.38% di questi non allaccia le cinture di sicurezza.

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Controllo polizia (Foto: Getty Images)

Cinture di sicurezza e seggiolini per i bambini: in Italia percentuali preoccupanti

Ancora maggiore la percentuale se si considera il passeggero anteriore (31.87%) ed estremamente maggiore per quelli anteriori, 80.12%. La media dei dati italiani è lontanissima da quella europea, visto che ben il 90% degli automobilisti indossa regolarmente le cinture. La percentuale dei passeggeri posteriori è del 71%. Preoccupanti anche i numeri per i dispositivi utilizzati per i bambini. In Italia non vengono utilizzati dal 49.47% degli automobilisti.

Scarso l’utilizzo anche degli indicatori di direzione, le cosiddette frecce. Il 55% degli automobilisti non li usa quando effettua un sorpasso o un rientro, mentre il 59% non li accende quando entra in una rampa. Infine, un automobilista su dieci utilizza lo smartphone in modo improprio mentre è al volante. Il numero quasi raddoppia se si considera la fascia più giovane, dai 18 ai 40 anni.

Giovanni Scotto

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