Valentino Rossi, arriva l’elogio di un grande campione: lo è stato davvero

Per Valentino Rossi arriva l’elogio di un grande campione: il nove volte campione del mondo apprezzato da una leggenda del motorsport.

Jonathan Rea non ha mai negato di aver desiderato una buona occasione per il salto in MotoGP, ma non è mai arrivata una seria offerta per un progetto competitivo. Ha fatto alcune apparizioni ai tempi della Honda e con risultati interessanti, ma il nordirlandese ha preferito restare nel Mondiale Superbike, dove ha scritto tra le pagine di storia più belle della categoria e vincendo sei titoli iridati consecutivi.

Valentino Rossi
Valentino Rossi (Ansa Foto)

Ora deve vedersela con due ossi duri come Toprak Razgatlioglu, che gli ha soffiato il trono iridato lo scorso anno nell’ultimo round in Malesia. E da quest’anno ritrova sul suo cammino la Ducati di Alvaro Bautista che gli aveva già dato del filo da torcere nella stagione 2019, ma alla fine Jonathan Rea è riuscito a primeggiare con una spettacolare seconda parte di campionato. Nel caso fosse saltato in classe regina avrebbe trovato sicuramente molti altri avversari difficili da battere.

Jonathan Rea rimpiange Valentino Rossi

Jonathan Rea
Jonathan Rea (Ansa Foto)

Il Cannibale della Kawasaki non ha mai nascosto la sua ammirazione per Valentino Rossi: “E’ stato un grande cavallo di battaglia – ha ammesso Rea in una intervista rilasciata tempo fa a Motorsport-Total.com -. Anche senza di lui, il colore giallo domina le tribune. È Mister MotoGP. Sono un fan della vecchia generazione: l’epoca di Nicky Hayden, Casey Stoner, Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo, Valentino Rossi e Marc Marquez“.

Senza nulla togliere alla generazione di oggi, Jonathan Rea guarda alla classe regina con un pizzico di nostalgia, alle vecchie rivalità tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo o Marc Marquez. “Adesso nella MotoGP sembra esserci molta pace e tranquillità tra i rivali. Questo vuol dire che ci sono meno drammi rispetto al passato“.

Ma è anche una classe MotoGP fortemente competitiva, dove tutto si decide sul filo dei decimi di secondo, dove un soffio può davvero fare una grande differenza. Con Fabio Quartararo che guida al limite una M1 come nessun altro sa fare, dove non sempre vince il più veloce e l’esito delle gare è imprevedibile e ricco di colpi di scena: “Adesso ho la sensazione che il pilota non faccia la differenza e che la moto abbia un ruolo più grande – ha aggiunto il sei volte iridato della Kawasaki -. In alcune gare Quartararo è al comando con dieci secondi di vantaggio, in altre deve lottare duramente per il sesto posto“.

Impostazioni privacy