Stefano Domenicali precisa su Herta e la questione superlicenze piloti (Foto ANSA)
Da giorni tiene banco la questione Colton Herta, il talentuosissimo pilota statunitense in predicato di passare fin dalla prossima stagione in F1 del quale parla anche il numero della F1 Stefano Domenicali
Scuderie importanti che puntano a un ringiovanimento e a piloti emergenti. Mercati che puntano su uomini simbolo. La Formula 1 perennemente alla ricerca di personaggi vincenti in pista e sui social.
Colton Herta è il nome più reclamizzato per la F1 del futuro. L’americano, oggi impegnato in Indycar con la Andretti Motorsport è stato corteggiato dalla McLaren. Ma ultimamente a offrirgli un posto è stato niente meno che il signor Red Bull in persona, Charles Horner.
Tra tanti piloti di F1 che vanno a correre in Indy, l’ultimo è stato Romain Grosjean, il prossimo potrebbe essere David Ricciardo, ecco che questo giovanissimo americano fa gola a molte scuderie. Anche per motivi di marketing. Perché avere Herta significherebbe mettere alla guida un pilota giovane, veloce, estremamente popolare, in un mercato chiave come quello statunitense.
Ci sono però alcune difficoltà di partenza. Herta non ha la cosiddetta superlicenza, obbligatoria per qualsiasi pilota di F1. In visita ufficiale a Monza per il GP di Formula 1 l’amministratore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali ha parlato apertamente della questione. Definendola un problema di credibilità: “Sono al corrente degli interessi delle scuderie e delle prospettive che un pilota come Herta avrebbe in un mercato in rapida crescita come quello degli Stati Uniti in questo momento – ha detto Domenicali – ma abbiamo regole e parametri molto precisi. E questi parametri che determinano la possibilità di ottenere una superlicenza devono essere rispettati. Si tratta di rispettare la credibilità del sistema”.
Non è un no. Ma non è nemmeno un sì: “Seguiamo le regole e rispettiamo quelle che sono le procedure che sono note e consolidate. Saremmo felici di vedere Herta in F1 se mai si assicurasse il giusto numero di punti per la superlicenza. Poi starà a lui dimostrare che l’esperienza maturata in una categoria diversa dalla F1 gli permetterà di adattarsi” ha concluso Domenicali.
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