Tony Stewart, non è mai troppo tardi: la sua sfida è da brividi – Video

Campione e Hall of Famer della Nascar, Tony Stewart ha deciso di accantonare l’età anagrafica per coronare un sogno che culla da anni

Quando si pensa che uno della vita abbia davvero tutto, e non debba chiedere nient’altro, un fuoriclasse arriva a dimostrarti esattamente il contrario.

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Tony Stewart, dalla Nascar al dragster (AP LaPresse)

E cioè che nonostante i soldi, il successo, i trofei e persino la Hall of Fame possano essere nulla rispetto a qualcosa che ancora ti manca. E che vuoi a tutti i costi.

Tony Stewart, come l’uomo proiettile

In questo senso quello di Tony Stewart, storico campione Nascar di 51 anni, può essere davvero considerato un esempio. Coronando un vecchio sogno di cui parlava già diversi anni fa, quando ipotizzava di spararsi come l’uomo proiettile a bordo di un’auto supersonica lanciata a tutta velocità nel deserto appena fuori da Salt Lake City, Stewart ha fatto il suo esordio nei dragster. Ottenendo uno straordinario secondo posto assoluto.

Esordio nei dragster

Stewart, che oggi gestisce insieme a Gene Haas una scuderia di notevole successo in Nascar Cup Series, è sposato con Leah Pruett, temeraria pilota dragster della Top Fuel. Fino a qualche anno fa Stewart, che nella vita in quanto a velocità e rischi non si è mai fatto mancare nulla, parlava di voler provare le gare di dragster. Un giorno… Magari…

Poi due anni fa ha cominciato a chiedere ripetizioni alla moglie. Si è iscritto ad alcune sessioni e training della Drag Racing School di Frank Hawley. Quindi ha cominciato ad andare in pista per alcuni test: e infine ha esordito in gara, nell’NHRA Nevada Nationals presso il mitico “The Strip” di Las Vegas.

Un ottimo esordio per la verità. Perché anche se Tony Stewart, la cui presenza allo Strip era stata molto reclamizzata continuava a dire di ‘non volere sfidare nessuno se non se stesso’, alla fine ha ottenuto un incredibile secondo posto. Di un nulla appena due decimillesimi di secondo alle spalle di Madison Payne, studentessa universitaria di Claremont, California, che è figlia e nipote di storici campioni di dragster. E che – per inciso – è anche un’amica della moglie.

Secondo di un nulla

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L’Hall of Famer Nascar Tony Stewart, oggi imprenditore e proprietario di due team (AP LaPresse)

Stewart ha accettato la sconfitta come se fosse stato un trionfo. Lui, alla prima gara, battuto da una ragazza che di vittorie ne ha alcune decine. Rampolla di ultima generazione di una famiglia che di successi ne conta centinaia. Madison è la figlia di Jay Payne. Ma è anche la nipote del leggendario costruttore di motori da corsa Brad Anderson.
Stewart, secondo nelle eliminatorie, non aveva mai corso una gara ufficiale di dragster. E si è divertito un mondo: “Devo assolutamente rifarlo – ha detto appena tolto il casco – ho fatto esperienza, mi sono sorpreso di quanto mi piaccia questo mondo e di quanto mi stia divertento. Anche più che nella Nascar. Amo questo sport…”

E siccome i soldi non sono un problema, Stewart ha deciso di investirne altri nella sua scuderia laboratorio della Camping World Drag Racing Series. Che dall’anno prossimo potrebbe avere oltre a sua moglie e al vincitore della Las Vegas Funny Car Matt Hagan, una terza auto. Magari la sua…

La finale di Las Vegas, Madison Payne vince di 0.0002 secondi

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