Dramma nella scena dei motori. Il celebre pilota se ne va, lasciando un vuoto.
Si è spento a Novara, all’età di 90 anni un celebre pilota nonché una delle figure più influenti e rispettate dell’automobilismo italiano. La sua scomparsa segna un grande vuoto nel panorama delle corse e tra coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato.Questo pilota, noto per la sua ritrosia e per la sua modestia, è stato un pilota e un costruttore che ha contribuito in modo significativo alla storia della Formula 1 e delle competizioni automobilistiche.
Nato nel 1935, Bellasi ha iniziato la sua carriera come aeromodellista, dimostrando sin da giovane una spiccata inclinazione per il design e la meccanica. La sua passione per le automobili lo ha portato a diventare un pilota di Formula 3 e Formula 2, dove ha messo in mostra le sue abilità al volante. Tuttavia, è stato il suo talento come costruttore a distinguerlo nel settore. Bellasi ha realizzato monoposto con il suo nome, ma è stato anche un innovatore nel campo dei materiali compositi, in particolare nella lavorazione delle fibre di carbonio.

Negli anni ’70 e ’80, molti alettoni progettati da Bellasi hanno fatto la loro comparsa in Formula 1, contribuendo a migliorare le prestazioni aerodinamiche delle vetture. La sua creatività e la sua conoscenza tecnica lo hanno reso un protagonista dietro le quinte, capace di influenzare lo sviluppo di tecnologie che oggi sono fondamentali nel motorsport.
Uno dei suoi progetti più ambiziosi è stata la realizzazione della Bellasi-Cosworth, una monoposto destinata a Silvio Moser, che ha partecipato al Gran Premio d’Olanda del 1970. Questo veicolo rappresenta un esempio delle innovative soluzioni ingegneristiche di Bellasi, che riuscì a combinare potenza e leggerezza, unendo la tradizione della meccanica italiana con le nuove tecnologie emergenti. Nonostante le sfide che ha affrontato, la Bellasi-Cosworth è un simbolo della sua dedizione e del suo genio.
L’eredità di Bellasi
In tempi più recenti, Bellasi ha collaborato con l’ingegner Carlo Chiti per la creazione della Montecarlo Centenaire, la prima GT con scocca chiusa realizzata in carbonio. Questo progetto ha segnato un passo importante nel mondo delle auto sportive, dimostrando che l’innovazione e la tradizione possono coesistere. La Centenaire è un esempio tangibile della visione di Bellasi nel combinare estetica e funzionalità, un principio che ha guidato tutta la sua carriera.

La sua figura, pur non essendo sempre sotto i riflettori, ha influenzato profondamente le generazioni di ingegneri e piloti che lo hanno seguito. Bellasi era noto non solo per le sue competenze tecniche, ma anche per la sua umanità e il rispetto che mostrava nei confronti dei colleghi. La sua gentilezza e la sua disponibilità a condividere la sua esperienza hanno ispirato molti nel mondo delle corse.
Oltre ai suoi successi professionali, Guglielmo Bellasi lascia un’eredità di passione e dedizione per l’automobilismo. La sua scomparsa è un momento di riflessione per tutti coloro che amano le corse e per chi ha avuto il privilegio di conoscerlo. La sua vita e il suo lavoro rimarranno impressi nella memoria di tutti coloro che hanno a cuore lo sport motoristico, testimoniando l’importanza di innovare e di credere nei propri sogni, anche quando le sfide sembrano insormontabili. La comunità automobilistica piange la perdita di un vero maestro, un’icona che ha lasciato un segno indelebile nella storia della Formula 1.