Metalmeccanici, sindacati contro l’aumento da 27€: ecco perché

L’incremento rischia di essere assorbito da trattamenti economici individuali già in corso, suscitando la forte critica dei sindacati.

Da giugno 2025, i lavoratori del settore metalmeccanico vedranno applicarsi un aumento salariale legato all’inflazione, ma l’incremento rischia di essere assorbito da trattamenti economici individuali già in corso, suscitando la forte critica dei sindacati.

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Novità metalmeccanici (www.automotorinews.it)

L’intervento riguarda il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) Metalmeccanici Industria e coinvolge tutti i livelli di inquadramento.

Incremento salariale legato all’inflazione: +27,70 euro per il livello C3

L’aumento previsto per il livello C3 corrisponde a 27,70 euro lordi mensili, calcolati in base all’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato (IPCA) al netto degli energetici importati (IPCA-NEI). Questo meccanismo di adeguamento annuale è stabilito dal CCNL per tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori metalmeccanici, in un contesto di continua pressione inflazionistica sul costo della vita.

L’incremento si applica proporzionalmente a tutti i livelli di inquadramento del settore metalmeccanico e riguarda anche gli altri CCNL metalmeccanici, garantendo un adeguamento uniforme per tutti i lavoratori interessati. Tuttavia, pur essendo previsto contrattualmente, l’effettiva percezione di questo aumento è messa in discussione dalle disposizioni relative all’assorbimento degli aumenti.

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Metalmeccanici, tutto sullo stipendio (www.automotorienws.it)

Secondo l’attuale normativa del CCNL, l’aumento di giugno può essere assorbito da eventuali trattamenti economici individuali già riconosciuti, come i superminimi, che per loro natura risultano assorbibili, o da anticipi su futuri aumenti salariali. Sono esclusi solo quegli elementi economici con specifica clausola contrattuale di “non assorbibilità”.

In sostanza, se un lavoratore percepisce già un incremento individuale pari o superiore a 27,70 euro, l’aumento previsto dal CCNL viene neutralizzato, annullando di fatto ogni miglioramento retributivo. Questo meccanismo fa sì che l’aumento legato all’IPCA-NEI risulti “nullo” per molti dipendenti, che non vedranno un aumento concreto della loro busta paga.

Le principali sigle sindacali del settore, Fim, Fiom e Uilm, hanno più volte espresso il loro disappunto riguardo alla clausola sull’assorbimento, ritenuta lesiva del diritto dei lavoratori a beneficiare pienamente del recupero inflattivo previsto dal contratto. Da tempo chiedono una revisione del CCNL per eliminare la possibilità di assorbire l’aumento da parte dei superminimi, con l’obiettivo di garantire un reale incremento salariale.

Il negoziato per il rinnovo del CCNL metalmeccanici, tuttavia, è attualmente bloccato. La risposta negativa ricevuta da Federmeccanica e Assistal lo scorso autunno ha impedito finora qualsiasi modifica sostanziale. I sindacati sottolineano come la clausola vigente limiti gravemente l’efficacia degli aumenti contrattuali, impedendo ai lavoratori di godere appieno degli adeguamenti salariali legati all’inflazione.

La situazione evidenzia una tensione persistente nel comparto metalmeccanico, dove il rapporto tra sindacati e associazioni datoriali è ancora segnato da divergenze significative sul tema della giusta remunerazione dei lavoratori e sulla tutela del loro potere d’acquisto.

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