Questa vettura è un unicum nella produzione di FIAT, oggi non potrebbero mai costruirla. Il motivo? Molto semplice…
Giusti o sbagliati che siano, gli stereotipi accompagnano anche i marchi di auto che vendono in Europa e tutti ne hanno almeno uno affibbiato. Le auto tedesche? Sono solide ed affidabili. Quelle italiane? O supercar potentissime, o citycar dalle prestazioni ridotte, come le auto di FIAT per esempio, no? Eppure, molti dimenticano che la casa degli Agnelli ha anche nel suo listino storico molte auto da corsa…

Al di là delle varie Abarth e dei modelli Lancia ed Alfa Romeo prodotti quando la casa torinese ha acquistato questi due colossi del settore, l’azienda italiana ha corso in molti rally con auto come la Punto GT o la storica 124 Sport e, in anni ancora più remoti, ha pure provato a battere qualche record di velocità. Ebbene si, un tempo, le FIAT facevano tremare il mondo con le loro prestazioni fuori dal comune.
Per scoprire il modello di oggi, dobbiamo tornare ai tempi in cui un tale Ernest Eldridge, pilota inglese fissato con il record di velocità terrestre, scelse proprio la casa FIAT come azienda con cui affrontare il tentativo di stabilire un primato assoluto di velocità terrestre, quello che sarebbe passato alla storia come l’ultimo ottenuto su una strada pubblica…
La FIAT “scesa all’inferno”
Nell’estate del 1924, dopo alcuni tentativi falliti con una Isotta Fraschini, altro marchio italiano storico Eldridge scelse un motore aeronautico per tentare l’impresa. I suoi occhi caddero sul FIAT A.12, motore destinato agli aerei da guerra che era perfetto per l’impresa. Serviva però un telaio ad hoc in grado di sostenere il propulsore, dotato di sei cilindri ma dalla mostruosa cilindrata di 21 litri e soprattutto, lungo un metro e settanta.

Ciò che derivo dal suo progetto fu un’auto nota ad oggi come FIAT Mefistofele, nome ben più adatto all’auto rispetto alla sigla SB4 Eldridge che non rende il terrore che questo mezzo susciterebbe se lanciato ad oggi su una strada pubblica. Pensare che tocco “solo” i 234,97 chilometri orari, velocità che oggi si raggiunge pure con un Audi R1 pagata meno di 20mila euro. Ma erano altri tempi!
La vettura non aveva la retromarcia e Eldridge studiò un sistema purtroppo perso nel tempo per permettere all’auto di procedere all’indietro, aveva dei freni debolissimi se paragonati alla massa di cinque metri per 1,7 tonnellate, era rumorosissima e assordò mezza Europa quando gareggiò nelle competizioni a cui il pilota inglese prese parte. Oggi, potete ammirarla nel Museo FIAT di Torino: ma vi immaginate oggi che stanno bandendo le Euro 5 a gasolio se FIAT potrebbe mai osare qualcosa di simile?