Dazi Trump, inizia la catastrofe: oltre 2.500 aziende italiane a rischio

I dazi impatteranno pesantemente sull’Italia, ormai è deciso… 

La decisione degli Stati Uniti di imporre un dazio del 30% sulle automobili importate dall’Unione Europea ha acceso un allarme rosso per il settore automobilistico italiano, particolarmente esposto a questa nuova ondata protezionistica. La misura, annunciata dal presidente americano Donald Trump tramite la piattaforma social Truth, scatterà dal primo agosto e rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza di oltre 2.500 aziende italiane della componentistica auto.

Dazi di Trump
L’impatto dei dazi sull’Italia – www.AutoMotoriNews.it

Nella lettera indirizzata all’Unione Europea, la Casa Bianca ha motivato la scelta con un rapporto commerciale “lontano dall’essere reciproco”, avvertendo che eventuali contromisure europee comporteranno un ulteriore aumento delle tariffe oltre il 30%. Questa misura si aggiunge ai già esistenti dazi reciproci del 10% su tutte le merci fra Usa e Ue, per un effetto complessivo di una pressione tariffaria senza precedenti.

Per l’Italia, che nel 2024 ha esportato negli Stati Uniti automobili e componenti per un valore diretto di oltre 4 miliardi di euro (con un saldo commerciale positivo superiore ai 3 miliardi grazie anche alla presenza di un costruttore nazionale negli Usa), la situazione è particolarmente delicata. Il settore della componentistica esporta verso l’America oltre 1,2 miliardi di euro e già subisce dazi al 25%, in parte compensati da meccanismi di rimborso che limitano l’impatto negativo sui costruttori statunitensi.

Il vero nodo: la dipendenza dalle forniture tedesche

Il problema, tuttavia, va ben oltre le esportazioni dirette verso gli Stati Uniti. Gran parte delle aziende italiane della componentistica lavora infatti per i costruttori tedeschi, che rappresentano la principale destinazione delle forniture Made in Italy. L’export totale del settore automotive italiano vale circa 25 miliardi di euro, e il 30% di dazi sulle vetture prodotte in Germania e importate negli Stati Uniti rischia di generare un effetto domino devastante sull’intera filiera.

Secondo un report di Jato Dynamics, nel 2024 negli Stati Uniti sono stati venduti 16,1 milioni di veicoli leggeri, di cui circa 6,3 milioni sono importati da Paesi ora soggetti a dazi. Questo scenario aumenta la pressione sulle case automobilistiche europee, con ripercussioni inevitabili anche sulle aziende italiane che forniscono componenti ai gruppi tedeschi.

Italiani in bancarotta
I dazi mettono tutto a repentaglio – www.AutoMotoriNews.it

La risposta della Commissione Europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, non si è fatta attendere: a metà aprile Bruxelles aveva annunciato dazi del 10% e del 25% su una serie di prodotti statunitensi, sospendendo però la loro entrata in vigore in attesa di sviluppi negoziali. Von der Leyen ha più volte sottolineato la consapevolezza che il rapporto con gli Stati Uniti potrebbe non tornare ai livelli precedenti, pur senza fornire dettagli sulle trattative in corso.

Il rischio concreto è che la crescita delle tensioni commerciali tra Usa ed Europa possa compromettere un settore cruciale per l’economia italiana e continentale, soprattutto in una fase di transizione verso nuovi modelli di mobilità, come la progressiva elettrificazione delle flotte. Le imprese della componentistica si trovano così a fronteggiare un doppio rischio: da un lato la compressione dei mercati tradizionali, dall’altro la necessità di investire in innovazione per rimanere competitive in un contesto globale sempre più complesso e frammentato.

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