Il Gran Premio d’Ungheria 2025, disputatosi domenica scorsa all’Hungaroring di Budapest, ha rappresentato uno degli appuntamenti più intensi e controversi della stagione di Formula 1. Oltre alla straordinaria doppietta McLaren, la corsa è stata segnata dal clamoroso rallentamento di Charles Leclerc su Ferrari, leader per gran parte della gara, il cui crollo prestazionale negli ultimi trenta giri ha acceso dubbi e polemiche. In questo approfondimento, analizziamo le dinamiche emergenti dal weekend ungherese, affrontando le verità nascoste dietro le performance e le strategie, senza trascurare la crescente supremazia tecnica di McLaren e le criticità riscontrate dagli altri top team.

McLaren e la supremazia tecnica: una nuova era
La McLaren ha scritto un’altra pagina importante della stagione 2025 con la sua quarta doppietta consecutiva, confermando una crescita esponenziale dopo il successo in Canada. Il team guidato da Andrea Stella ha dimostrato una superiorità tecnica netta, capace di dominare anche in condizioni variabili e di sfruttare al meglio pneumatici e assetto. All’Hungaroring, la monoposto papaya si è distinta come la più efficace nel mettere rapidamente in temperatura le gomme senza mai surriscaldarle, un vantaggio cruciale su un circuito che richiede un delicato equilibrio tra grip meccanico e aerodinamico.
Dal punto di vista meccanico, la McLaren ha saputo ottimizzare la gestione delle sospensioni, consentendo di assorbire efficacemente i cordoli e mantenere la trazione senza compromettere la stabilità aerodinamica. Lando Norris, vincitore della gara, ha offerto una prestazione esemplare nel mantenere un passo costante e nella gestione degli pneumatici, pur mostrando qualche esitazione nelle manovre di sorpasso e nelle decisioni repentine. Oscar Piastri, più veloce nelle qualifiche, ha pagato caro qualche errore strategico che gli ha negato un risultato ancora migliore, evidenziando come anche nel team più in forma gli errori pagano caro.
Leclerc e Ferrari: il mistero del crollo prestazionale
Charles Leclerc, partito in pole position e autore di una prima parte di gara magistrale, sembrava aver costruito un’occasione concreta di vittoria. La sua gestione del primo stint e la risposta tempestiva del muretto Ferrari al pit stop di Piastri avevano consolidato la leadership, ma la strategia aggressiva di McLaren, con una gestione diversificata dei pit stop tra i propri piloti, ha costretto la Ferrari a una seconda sosta anticipata. Questo ha ridotto il vantaggio gomme rispetto a Norris, mettendo Leclerc in una posizione ancora più difficile.
Il vero nodo, tuttavia, è stato il progressivo rallentamento del pilota monegasco negli ultimi 30 giri, che ha alimentato speculazioni e analisi approfondite. La versione ufficiale del team parla di un danno al telaio della SF25, che avrebbe compromesso la rigidità strutturale e quindi le prestazioni. Tuttavia, l’esame dei dati di telemetria e delle conversazioni via radio suggerisce anche altre ipotesi: un possibile eccessivo deterioramento del fondo vettura, l’innalzamento delle pressioni degli pneumatici per preservare il fondo stesso e una gestione non ottimale di questi parametri da parte del team. Leclerc ha lamentato una monoposto progressivamente inguidabile, con un calo di velocità soprattutto sul rettilineo principale, dove ha dovuto ridurre la potenza erogata, adottando una strategia simile al “lift and coast”.
Questa situazione ha alimentato il dibattito sulla comunicazione interna, dato che il pilota non sarebbe stato adeguatamente informato durante la gara, lasciandolo frustrato e isolato nel cockpit mentre vedeva sfumare una possibile vittoria. Il problema tecnico, qualunque sia la sua natura precisa, ha quindi cancellato le chance di podio e conferma come la Ferrari stia ancora affrontando difficoltà nella gestione complessiva delle vetture, nonostante il potenziale velocistico dimostrato.
Mercedes torna a brillare con la vecchia sospensione
Un altro aspetto significativo del weekend è stato il ritorno a una configurazione più tradizionale per Mercedes, che ha abbandonato la sospensione nuova, introdotta nelle gare precedenti, per tornare al vecchio impianto. Questa scelta ha riportato equilibrio e prevedibilità alla W16, soprattutto nella gestione degli pneumatici, permettendo a George Russell di conquistare un terzo posto importante e segnare il giro più veloce della gara.
Le temperature fresche dell’Hungaroring hanno sicuramente favorito questa soluzione, consentendo alla Mercedes di esprimere nuovamente i propri punti di forza storici, persi con la nuova sospensione, che aveva dimostrato efficacia solo in circuiti con frequenti stop and go, come il Canada. Il podio di Russell è così un segnale di ripresa per la scuderia di Brackley, che però resta alle prese con un regolamento tecnico complesso e monoposto con caratteristiche di guida difficili da padroneggiare.
Leclerc, Norris, Piastri e la lotta in pista: analisi di piloti e strategie
Il confronto tra i piloti ha messo in luce differenze importanti. Norris ha confermato la sua forza in gara, soprattutto nella gestione gomme e nel ritmo costante, mentre Piastri ha mostrato grande velocità ma non ha saputo tradurre in risultati pienamente soddisfacenti le qualifiche brillanti. Leclerc, pur partito con un potenziale superiore, è stato schiacciato dalla doppia strategia McLaren e dal problema tecnico che ha vanificato ogni possibilità.
Un elemento da non trascurare è la mancanza di un Hamilton competitivo in gara, fattore che ha inciso sulla capacità della Ferrari di contrastare efficacemente la doppietta McLaren. Il ruolo del britannico si è rivelato anche strategico per la Mercedes, aiutando la squadra nella lotta al vertice, pur senza brillare in termini di risultati propri.
Dibattito acceso tra tifosi e addetti ai lavori
Il Gran Premio d’Ungheria ha scatenato un acceso dibattito nella community della Formula 1, con tifosi divisi nel giudizio su Leclerc e Verstappen, sulle strategie Ferrari e sul livello dei piloti emergenti. I commenti raccolti evidenziano come la stagione 2025 stia mostrando un nuovo equilibrio, con la McLaren che domina grazie a una superiorità tecnica evidente, mentre Ferrari e Red Bull faticano a esprimersi al massimo. Le critiche si concentrano spesso su scelte strategiche errate e problemi tecnici che penalizzano i piloti, alimentando un confronto acceso ma anche a tratti poco costruttivo.
La stagione prosegue con un calendario fitto e sfide sempre più complesse, dove la capacità di adattamento e la gestione delle gomme, oltre alla qualità dei piloti, saranno decisive per definire le gerarchie in pista.