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Stellantis, l’ex CEO Tavares: “Le fabbriche di auto in Europa chiuderanno”

Stellantis venditeL’allarme di Carlos Tavares sul futuro dell’industria automobilistica europea: le ultime - www.automotorinews.it

L’ex amministratore delegato di Stellantis, continua a lanciare allarmi sul futuro dell’industria automobilistica europea.

Le sue dichiarazioni più recenti, pronunciate durante una conferenza economica a Santa Maria da Feira, in Portogallo, evidenziano come l’espansione delle case automobilistiche cinesi nel mercato europeo stia accelerando e potrebbe portare a una crisi senza precedenti per le fabbriche europee.

Secondo Tavares, che ha guidato Stellantis fino a pochi mesi fa e che ha lasciato l’incarico a dicembre 2024 per divergenze con il consiglio di amministrazione, entro cinque anni le case cinesi potrebbero conquistare almeno il 10% del mercato europeo, pari a 1,5 milioni di veicoli venduti annualmente nell’Unione Europea. Questa crescita, frutto di un lavoro ventennale sul fronte dell’elettromobilità, metterà a rischio la sopravvivenza di almeno dieci stabilimenti produttivi europei, con conseguenze sociali e occupazionali pesanti.

“L’Europa ha commesso un errore strategico imponendo una tecnologia unica senza spazio per la concorrenza di idee e soluzioni alternative”, ha spiegato Tavares, sottolineando come la politica europea abbia adottato normative ideologiche anziché tecnologicamente neutrali. Questo ha favorito la penetrazione di produttori cinesi già radicati nell’elettromobilità, mentre le fabbriche europee, spesso legate a modelli tradizionali, si trovano in difficoltà.

L’ex CEO avverte che la perdita di competitività industriale porterà inevitabilmente a manifestazioni e proteste dei lavoratori, che a loro volta spingeranno i governi nazionali a cedere impianti strategici per un valore simbolico agli investitori cinesi, in cambio della promessa di preservare i posti di lavoro. Una prospettiva che mette in evidenza un mix di crisi economica e sociale, dove la stabilità nazionale potrebbe venire sacrificata di fronte alla pressione del capitale estero.

Il ruolo di Stellantis e le tensioni nel settore automobilistico italiano

Il gruppo Stellantis, nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e il Gruppo PSA, è uno dei protagonisti della trasformazione industriale europea, con un fatturato di oltre 156 miliardi di euro e quasi 250 mila dipendenti nel 2024. Durante il lungo mandato di Tavares, Stellantis ha cercato di consolidare la propria presenza globale e adattarsi alle sfide della mobilità elettrica e sostenibile. Tuttavia, la sua gestione ha suscitato critiche e tensioni, soprattutto in Italia.

L’ex presidente di Ferrari e storico dirigente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, ha espresso un giudizio severo sul ruolo di Tavares e sulle scelte strategiche del gruppo. Montezemolo ha sottolineato come la produzione della Fiat 600 in Polonia, mentre lo stabilimento di Mirafiori era fermo, rappresenti un esempio di decisioni che hanno indebolito la componente industriale italiana. Inoltre, ha rimarcato la mancanza di attenzione da parte di John Elkann, presidente di Stellantis e della famiglia Agnelli, nel governare quotidianamente la gestione aziendale, lasciando spazio a scelte che avrebbero privilegiato gli azionisti a discapito del territorio nazionale e dei lavoratori.

Luca Cordero di Montezemolo ha inoltre denunciato il silenzio “tombale” di sindacati, governo e opposizione di fronte alla crisi del settore automobilistico italiano e alle politiche di ridimensionamento produttivo. Le tensioni sociali e le difficoltà occupazionali sono temi centrali, soprattutto dopo che Stellantis ha gestito ristrutturazioni e licenziamenti, specie in marchi come Opel, acquisito dal gruppo PSA con pesanti tagli e integrazioni produttive. Montezemolo ha anche evidenziato la disparità tra gli alti stipendi dei vertici aziendali – Tavares percepiva circa 40 milioni di euro annui – e le condizioni salariali degli operai, aggravate dall’uso della cassa integrazione.

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Le sfide globali e il futuro del mercato automobilistico europeo (www.automotorinews.it)

In un contesto di forte competizione globale, la fusione di FCA e PSA che ha dato vita a Stellantis rappresenta un tentativo di consolidamento e crescita su scala mondiale, con 14 marchi sotto l’ombrello del gruppo, tra cui Alfa Romeo, Jeep, Peugeot, Fiat e Maserati. La strategia del gruppo punta a sinergie tecnologiche, investimenti nella ricerca e sviluppo e una forte presenza in mercati diversificati, dall’Europa all’America, fino all’Asia.

Nonostante ciò, la posizione di Stellantis nel mercato cinese resta più debole rispetto ad altri concorrenti, mentre i produttori cinesi hanno sviluppato un vantaggio competitivo consolidato nel settore dell’elettrificazione. Questo squilibrio, unito alle pressioni normative europee e alle trasformazioni della domanda, rende il settore vulnerabile.

Le previsioni di Tavares, seppur drammatiche, mettono in guardia sull’importanza di una politica industriale più flessibile e meno ideologica, capace di sostenere la diversità tecnologica e di preservare il tessuto produttivo europeo. Solo così, secondo l’ex CEO, si potrà evitare la perdita di stabilità economica e sociale e mantenere una presenza forte del Vecchio Continente nell’automotive globale.

In questo quadro complesso, il dibattito sul futuro della mobilità europea si intreccia con questioni di sovranità industriale, tutela dell’occupazione e capacità di innovazione, temi che saranno al centro delle scelte politiche e imprenditoriali nei prossimi anni.

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