La sentenza, comunque, toglie ogni dubbio sul fatto che sia (addirittura) quello penale il codice su cui ci si deve basare per giudicare i reprobi, più o meno confessi e -spesso- colti inequivocabilmente sul fatto.
Ecco la motivazione: “Praticare attività sessuale che comporti qualsiasi tipo di nudità, è di per se da considerarsi un offesa al pudore ed alla pubblica decenza in qualsiasi condizione, anche se si è in luoghi isolati e non illuminati, in quanto sono sempre da considerare luoghi pubblici, e quindi fruibili da tutti i cittadini, bambini e minorenni compresi”.
La corte di piazza Cavour si è pronunciata in seguito al ricorso presentato da una giovane coppia toscana, che era stata sorpresa mentre consumava un rapporto completo nel parcheggio di una discoteca alle 3 di notte, quando tutti dormivano tranne la pattuglia dei Carabinieri che li ha notati. Ora i due potrebbero rischiare una condanna più severa rispetto al mese di carcere patteggiato in primo grado e si ritroverebbero con la fedina penale sporca.
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