Esterni. La nuova C-Max ha forti somiglianze anche con la S-Max, a cominciare dal frontale, con i fari e la grande presa d’aria trapezoidale. Inoltre la vettura in prova, dotata di Titanium pack, monta cerchi di lega da 17″ che, assieme ai parafanghi pronunciati, la rendono piuttosto aggressiva per una monovolume. Il posto guida è perfettamente regolabile, il sedile è comodo e ben profilato, il volante è inclinato il giusto e la leva del cambio non è né troppo in alto né troppo in basso. Plancia e strumentazione, però, possono mettere un po’ in soggezione il guidatore meno smaliziato, visti i numerosi tasti su volante e consolle centrale, in mezzo ai quali, fra l’altro, può diventare difficile trovare in caso d’emergenza il troppo piccolo triangolino rosso dell’hazard. Un insieme di comandi poco intuitivo, insomma, ma apprezzabile per la sua efficacia.
Interni. La C-Max è una monovolume comoda e spaziosa, capace di ospitare bene cinque persone o di rinunciare a un posto per offrire il massimo a quattro occupanti (è disponibile, lo ricordiamo, anche in versione a 7 posti con porte scorrevoli). La vocazione familiare della C-Max è confermata dallo specchietto panoramico estraibile, sotto quello interno, per controllare i bimbi seduti dietro, e anche dalle utili tendine parasole inserite nelle porte posteriori. Tra gli accessori c’è pure il portellone elettrico, che si spalanca e si richiude sfiorando un tasto e si può bloccare all’altezza voluta. Il vano è ampio e regolare, ma è un po’ meno capiente di quello della vecchia C-Max: 440 litri contro i 467 misurati dal nostro Centro prove sul modello precedente. Come già sulla precedente versione, comunque, si possono anche rimuovere i due sedili laterali dietro per sfruttare al massimo lo spazio a disposizione.
Prestazioni. Il nuovo 1.6 Ecoboost (disponibile nelle versioni da 150 e 180 CV) è un turbobenzina innovativo, che si è dimostrato perfettamente a suo agio anche nei test in pista. La C-Max ha segnato uno “0-100” di 9,4 secondi, davvero brillante, e una ripresa in sesta da 70 a 120 km/h in soli 15,5 secondi. Gran parte del merito va al piccolo turbo, capace di rispondere rapidamente alle richieste dell’acceleratore fin dai bassi regimi (la coppia è di 240 Nm da 1.600 giri/min). Per quanto riguarda i consumi, la media è di 10,6 km/l che passano a 13 km/litro sulle statalli; appena 8,7 km/litro, invece, in città.
Su strada. La C-Max vuol essere una monovolume sportiveggiante e alla guida non delude. Lo sterzo è più diretto rispetto alla prima versione e dà un ottimo feeling alle alte velocità e nei rapidi cambi di corsia sul rettilineo, mentre sul bagnato sembra un po’ troppo leggero. Considerate le sue dimensioni, in particolare l’altezza, questa monovolume è molto maneggevole, brillante e sempre prevedibile nelle reazioni; il rollio è contenuto e gli interventi dell’Esp, puntuali, diventano marcati solo se si esagera. Nell’uso quotidiano, fuori dalla pista, si apprezzano infine due dispositivi elettronici: il sistema di segnalazione degli angoli morti e quello di parcheggio automatico. L’assetto, pur con gommatura da 17″, non è certo corsaiolo e lo stile di guida più adatto alla vettura è quello più turistico. Le sospensioni sono morbide e assicurano un confort abbastanza buono. Ottima l’insonorizzazione dell’abitacolo.
Quattroruote.it
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